“Mentre i teologi erano avari di nuove ricerche, i libri su Müntzer crescevano prevalentemente sulle tesi interpretative di Engels (15). Ma più che a Engels, Bloch si sarebbe trovato di fronte al monumentale lavoro di Kautsky (16), sia perché questi, riprendendo la posizione engelsiana, l’inquadrava nel disegno politico della socialdemocrazia tedesca, a cui Bloch non poteva non replicare, sia perché la direzione stessa dell’indagine kautskiana che discuteva le tematiche dei precursori del socialismo moderno, coglieva il centro dell’interesse di Bloch. Lo sguardo al passato verso “i precursori”, verso le immagini ancora latenti del comunismo, mostrerà a Bloch (e in questo sarà davvero sempre fedele a se stesso) che il marxismo è il momento di secolarizzazione del comunismo che in forme diverse, mitiche, simboliche, religiose, si è sempre manifestato come un significato essenziale della vita dell’uomo. È una prospettiva di ricerca che nel perseguirla scardina evidentemente le regole ortodosse dell’interpretazione materialistica della storia. Il fatto che Bloch abbia voluto cercare la strada che al di là dell’ortodossia e delle sue legittimazioni storiche mantenesse aperto il significato vitale ed emancipatorio del comunismo, è anche storia del comunismo d’oggi e dell’isolamento di Bloch; anche se poi, come egli stesso aveva osservato, “non è dato che chi è più isolato sia più solo di chi è circondato da molti”. Per Kautsky, Müntzer è una figura straordinaria per la decisione rivoluzionaria, per l’intelligenza politica, “ma lo storico non potrebbe attribuirgli un solo pensiero nuovo” (17). Müntzer è un agitatore non un organizzatore, il suo comunismo non si differenzia nella sostanza dal comunismo del cristianesimo originario, cioè da quel comunismo che per Kautsky è ristretto alla sfera del consumo, alla soddisfazione dei bisogni più immediati di strati sociali nullatenenti. «Il comunismo – osserva Kautsky – non poteva mai in quel modo divenire forma generale della società del tempo, perché tra i poveri il bisogno comunista, cessava quando i poveri cessavano di essere poveri» (18). Quella di Kautsky è una svalutazione radicale dei bisogni soggettivi immediati, rispetto alla necessità di costruire un duraturo sistema economico alternativo. Erano le istanze del proletariato industriale all’interno di un quadro istituzionale. Certo, rispetto al primo comunismo cristiano che sul piano sociale si riduceva all’organizzazione delle confraternite di mutuo soccorso (19), Kaustky metteva in luce come la guerra dei contadini mostrasse una prima forma di concreta aggregazione di differenti strati sociali (salariati delle città, piccoli artigiani, contadini, minatori) che rimanevano esclusi dalle forme di ripartizione della proprietà del nascente capitalismo. Tuttavia il dato obiettivo su cui riflettere era che le contraddizioni reali che avevano scatenato la guerra dei contadini non si erano tradotte in coscienza e movimento capaci di incidere sul piano politico ed economico” (pag 75-77) [Stefano Zecchi: ‘La morale del comunismo: il “Thomas Müntzer” di Ernst Bloch’ (pag 71-88), (in) AaVv, ‘Eredità di Bloch’, Aut Aut, Milano, n. 173-174, settembre-dicembre 1979, p. 191] [(15) A. Bebel, ‘Deutsche Bauernkrieg mit Berürksichtigung der hauptsächlichsten sozialen Bewegungen des Mittelalters’, Braunschwieg, 1876; V. Loewenberg, ‘Thomas Müntzer und die Lutherkamarilla’, Mühlhausen, 1912; M. Esch, ‘Thomas Münzer und Lenin; ein Beitrag zum vergleichenden Studium der Geschichte des Kommunismus, Köln, 1920; (16) K. Kautsky, ‘Vorläufer des neuren Sozialismus’, (1895-1913), ed. a cura di G. Eckert, Hannover, 1968-1969, 2 voll.; (17) Ibid., vol. 2, p. 45; (18) Ibid., vol. 1, p. 357; (19) Cfr. K. Kautsky, ‘Der Ursprung des Christentums. Eine historische Untersuchung (1908-1910), ed. a cura di G. Eckert, Hannover, 1968)]
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- Articolo pubblicato:11 Gennaio 2025