“In quanto uomini di cultura classica, (Marx Engels, ndr) leggevano senza difficoltà il greco e il latino, e sappiamo che erano loro familiari fonti tanto remote quanto Jordanes, Ammiano Marcellino, Cassiodoro o Orosio (1). D’altra parte, né una cultura classica né il materiale a quei tempi disponibile avrebbero reso possibile una serie conoscenza dell’Egitto e dell’antico Medio oriente. Marx ed Engels, infatti, non si occuparono di tale regione in quel periodo: anche i riferimenti casuali ad essa sono relativamente scarsi, sebbene questo non significhi che Marx ed Engels ne abbiano trascurato i problemi storici (2). Nel campo della storia orientale, la loro situazione era diversa. Nulla indica che prima del 1848 Marx o Engels abbiano pensato o letto molto in merito a tale argomento. È probabile che della storia orientale essi conoscessero soltanto quel che si trova nelle ‘Lezioni sulla filosofia della storia’ di Hegel (che non è illuminante) e quelle altre informazioni che erano familiari ai tedeschi istruiti in quel periodo. L’esilio in Inghilterra, gli sviluppi politici degli anni cinquanta e soprattutto gli studi economici di Marx modificarono rapidamente il livello delle loro conoscenze. Lo stesso Marx derivò una certa conoscenza dell’India dagli economisti classici che lesse o rilesse all’inizio del decennio (i ‘Principi’ di J.S. Mill, Adamo Smith, la ‘Lezione introduttiva’ del 1851 di Richard Jones (3)). Nel 1853 cominciò a pubblicare sulla ‘New York Daily Tribune’ articoli sulla Cina (14 giugno) e sull’India (25 giugno). È evidente che in quell’anno tanto Marx che Engels si interessarono profondamente ai problemi storici dell’Oriente, al punto che Engels tentò di imparare il persiano (4). All’inizio dell’estate del 1853, nelle loro lettere sono citati l”Historical Geography of Arabia’ del Rev. C. Foster, i ‘Voyages’ del Bernier, Sir William Johnes, l’orientalista, gli atti parlamentari relativi all’India, e l”History of Jawa’ di Stamford Raffles (5). È ragionevole supporre che le opinioni di Marx sulla società asiatica abbiano trovato la loro prima formulazione matura in questi mesi: erano basate, come è evidente, su uno studio non certo superficiale. D’altro canto gli studi di Marx ed Engels sul feudalesimo nell’Europa occidentale sembrano aver seguito un corso diverso. Marx era al corrente delle ricerche contemporanee sulla storia agraria medievale, cioè essenzialmente delle opere di Hanssen, Meitzen e Maurer (6), cui si fa riferimento nel primo volume del ‘Capitale’ (…). Fu solo ‘dopo’ la pubblicazione del primo volume del ‘Capitale’ (e cioè anche dopo la prima stesura del secodno e terzo volume del ‘Capitale’) che questo problema cominciò palesemente a interessare i due amici, soprattutto a partire dal 1868, quando Marx iniziò lo studio approfondito del Maurer, le cui opere egli ed Engels considerarono da quel momento come la base delle loro conoscenze in tale campo (7). Tuttavia l’interesse di Marx si concentra soprattutto sul contributo dato da Maurer e altri alla conoscenza della comunità contadina originaria, piuttosto che sulla servitù della gleba, mentre Engels sembra essersi interessato fin dal principio anche a questo aspetto, che elaborò, sulla scorta del Maurer, nel suo ‘La Marca’ (scritto nel 1882). Alcune delle ultimissime lettere tra Marx ed Engels, del 1882, si occupano dell’evoluzione storica della servitù della gleba (8). Sembra evidente che l’interesse di Marx verso questo argomento sia aumentato negli ultimi anni della sua vita, quando i problemi della Russia attirarono sempre più la sua attenzione” (pag 19-21) [Eric J. Hobsbawm, ‘Prefazione’, (in) Karl Marx, ‘Forme economiche precapitalistiche’, Editori Riuniti, Roma, 1985] [(1) Marx und Engels zur Deutsche Geschichte, Berlin, 1953, vol. I, pp 88, 616, 49; (2) Cfr. Engels a Marx 18 maggio 1853, sulle origini di Babilonia; Engels a Marx, 6 giugno 1853, in ‘Carteggio Marx-Engels, Roma, 1950-1953, III, pp. 204-206 e pp. 214-219; (3) K. Marx, Chronik Seines Lebens’, pp. 96, 103, 107, 110, 139; (4) Engels a Marx, 6 giugno 1853, cit.; (5) Carteggio, cit., 18 maggio – 14 giugno. Tra le molte fonti orientali citate negli scritti di Marx tra il marzo e il dicembre 1853 sono: G. Campbell, ‘Modern India (1852); James Mill, ‘History of India’ (1826); Thomas Mun, ‘A Discourse on Trade, from India to the East Indies’ (1621); J. Pollexfen, ‘England and East India Trade’ (1697) e Saltykov, ‘Lettres sur L’Inde’ (1848). Marx lesse e consultò varie opere e atti parlamentari; (6) G. Hannsen, ‘Die Aufhebung der Leibeigenschaft und die Umgestaltung der gutsherrlich-bäuerlichen Verhältnisse überhaupt in den Herzogthümern Schleswig und Holstein’ (Pietroburgo, 1861); August Meitzen, ‘Der Boden und die landwirtschaftlichen Verhältnisse des preussichen Staates’ (Berlino, 1866); G. Von Maurer, ‘Einleitung zur Geschichte der Mark, Hof-, Dorf- und Stadtverfassung und der öffentliche Gewalt’ (Monaco, 1854); ‘Geschichte der Fronhöfe’, ecc., 4 voll. (Erlangen, 1862-63); (7) Marx a Engels, 14 maggio 1868; Engels a Marx, 25 marzo 1868; ‘Carteggio’, cit., Marx a Vera Zasulic, 8 marzo 1881; Engels a Bebel 23 settembre 1882; (8) Engels a Marx, 5 dicembre 1882; Marx a Engels 16 dicembre 1882. Carteggio, cit., VI, pp. 411-414]
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- Articolo pubblicato:15 Maggio 2024