“Ma siccome per l’uomo socialista ‘tutta la cosiddetta storia del mondo’ non è altro che la generazione dell’uomo mediante il lavoro umano, null’altro che il divenire della natura per l’uomo, egli ha la prova evidente, irresistibile, della sua ‘nascita’ mediante se stesso, del ‘processo della sua origine’. Dal momento che la ‘essenzialità’ dell’uomo e della natura è diventata praticamente sensibile (1) e visibile, dal momento che è diventato praticamente sensibile e visibile l’uomo per l’uomo come esistenza della natura, e la natura per l’uomo come esistenza dell’uomo, è diventato praticamente improponibile il problema di un essere ‘estraneo’, di un essere superiore alla natura e all’uomo, dato che questo problema implica l’ammissione dell’inessenzialità della natura e dell’uomo. L’ ‘ateismo’ in quanto negazione di questa inessenzialità, non ha più alcun senso; infatti l’ateismo è, sì, una ‘negazione di Dio’ e pone attraverso questa negazione l’ ‘esistenza dell’uomo’, ma il socialismo in quanto tale non ha più bisogno di questa mediazione. Esso comincia dalla coscienza ‘teoreticamente e praticamente sensibile’ dell’uomo e della natura nella loro essenzialità. Esso è l’ ‘autocoscienza positiva’ dell’uomo, non più mediata dalla soppressione della religione, allo stesso modo che la ‘vita reale’ è la realtà positiva dell’uomo, non più mediata dalla soppressione della proprietà privata, dal ‘comunismo’. Il comunismo è, in quanto negazione della negazione, affermazione; perciò è il momento ‘reale’, e necessario per il prossimo svolgimento storico, dell’emancipazione e della riconquista dell’uomo. Il ‘comunismo’ è la struttura necessaria e il principio propulsore del prossimo futuro; ma il comunismo non è come tale la meta dello svolgimento storico, la struttura della società umana” [Karl Marx, Terzo manoscritto, ‘Proprietà privata e comunismo’ (in) K. Marx, ‘Manoscritti economico-filosofici del 1844’, Einaudi, Torino, 1975, a cura di Norberto Bobbio] [(1) Il testo ha: «… praktisch, sinnlich…» Ho tolto la virgola facendo di «praktisch» un avverbio in analogia con l’espressione simmetrica dello stesso periodo «praktisch unmöglich». Del resto, poco più avanti si legge: «… theoretisch und praktisch sinnlicher Bewusstsein»]