“Il livello medio dei salari è uguale alla somma dei bisogni sufficienti a mantenere in vita la razza dei lavoratori in un certo paese in accordo con lo standard di vita abituale di quel paese. Quello standard di vita può essere assai diverso per le diverse categorie di lavoratori. Il grande merito delle Trade Unions, nella loro lotta per mantenere alti i livelli dei salari e per ridurre le ore lavorative, consiste nel fatto che esse tendono a mantenere ed ad elevare il livello di vita dei lavoratori. Ci sono moltissimi mestieri nell’East End di Londra il cui lavoro è più o meno tanto difficile quanto quello dei muratori e dei garzoni, tuttavia in questi mestieri si guadagna a malapena la metà delle paghe di questi ultimi. E perché questo? Semplicemente perché una potente organizzazione permette agli uni di mantenere un relativamente alto standard di vita quale misura sulla quale vengono calcolati i loro salari; mentre gli altri, disorganizzati ed indifesi, devono assoggettarsi, non solo agli inevitabili soprusi dei loro datori di lavoro, ma anche a quelli arbitrari, il loro standard di vita viene gradualmente ridotto ed essi apprendono a vivere su paghe sempre più basse, mentre queste paghe cadono naturalmente a quel livello che essi stessi hanno appreso a considerare e ad accettare come sufficiente. La legge dei salari non è quindi una legge dura e precisa; non è inesorabile entro certi limiti. Vi è in ogni momento (salvo i periodi di grande depressione) per ogni mestiere una certa latitudine entro la quale i livelli di paga possono essere modificati dal risultato della lotta tra le due parti contendenti. In ogni caso i salari vengono stabiliti da una contrattazione, ed in una contrattazione, chi resiste più a lungo e meglio, ha le possibilità di ottenere più di quanto l’altra parte è disposta a concedere. Se un lavoratore isolato tenta di negoziare il suo accordo con il capitalista, viene di solito battuto con facilità e deve arrendersi a discrezione; ma se un intero gruppo di lavoratori forma un’organizzazione potente, raccoglie fra i propri membri un fondo che permetta loro di sfidare i datori di lavoro quando sorge la necessità, ed in tal modo si mette in grado di trattare con gli impresari da potenza a potenza, allora, e solo allora, essi hanno la possibilità di ottenere quelle briciole che, in base alla costituzione economica della società presente, possono esser chiamate «un giusto salario per una giusta giornata di lavoro»” (pag 9-10) [Friedrich Engels, ‘Scritti inediti sulle lotte operaie. Scritti inediti sui sindacati. Tratti dal Labour Standard, maggio-luglio 1881’, Edizioni Prometeo, Milano, 1978]
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- Articolo pubblicato:16 Dicembre 2021