“Il mutamento di strati piccolo borghesi in strati burocratici rientra nel processo di dominio della grande borghesia e di sviluppo dello Stato moderno. La burocratizzazione della società capitalistica è il prodotto della divisione in classi proprio in rapporto alla detenzione dei mezzi di produzione. La divisione sociale del lavoro segue la divisione tra chi detiene i mezzi di produzione e chi non detiene il capitale costante. Lenin dedica un capitolo di ‘Stato e rivoluzione’ alla analisi di Marx della esperienza della Comune di Parigi: «In Marx non v’è un briciolo di utopismo; egli non inventa, non immagina una società “nuova”. No, egli studia, come un processo di storia naturale, la genesi della nuova società che sorge dall’antica, le forme di transizione tra l’una e l’altra. Egli si basa sui fatti, sull’esperienza del movimento proletario di massa e cerca di trarne insegnamenti pratici». L’analisi che Marx fa della burocrazia è, come dice Lenin, lo studio materialista di un processo oggettivo: «Egli “si mette alla scuola” della Comune, come tutti i grandi pensatori rivoluzionari non esitavano a mettersi alla scuola dei grandi movimenti della classe oppressa…». Marx, però, non cade nell’oggettivismo proprio perché studia «come un processo di storia naturale» la genesi della nuova società e i movimenti del proletariato. Lenin riassume in questo modo la scoperta di Marx: «Non sarebbe possibile distruggere di punto in bianco, dappertutto, completamente, la burocrazia. Sarebbe utopia. Ma spezzare subito la vecchia macchina amministrativa per cominciare immediatamente a costruirne una nuova, che permetta la graduale soppressione di ogni burocrazia, non è utopia, è l’esperienza della Comune, è il compito primordiale e immediato del proletariato rivoluzionario». Il graduale superamento della burocrazia è reso possibile dallo stesso sviluppo capitalistico: «Il capitalismo semplifica i metodi d’amministrazione “dello Stato”: permette di eliminare la “gerarchia” e di ridurre tutto a un’organizzazione dei proletari (in quanto classe dominante) che assume, in nome di tutta la società, “operai, sorveglianti e contabili”». La tesi è chiara ed afferma che il capitalismo semplifica i metodi d’amministrazione della burocrazia. Quella di Lenin non è una tesi semplicistica come ritiene Kelsen senza dimostrarlo. Il ruolo della burocrazia non è, per il marxismo, derivato da esclusivi metodi d’amministrazione, resi possibili dalla divisione sociale del lavoro. È, invece, un ruolo necessario al dominio di classe. Lenin può indicare: «Si può e si deve subito, dall’oggi al domani, cominciare a sostituire la specifica “gerarchia” dei funzionari statali con le semplici funzioni “di sorveglianti e di contabili”, funzioni che sono sin da ora perfettamente accessibili al livello generale di sviluppo degli abitanti delle città e possono facilmente essere compiute per “salari da operai”» (pag 164-165) [‘1871. La Comune di Parigi. 150 anni. I militanti del Consiglio della Comune’, a cura di Mirella Mancini e di Emilio Gianni, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2021] [Lotta comunista, dicembre 1985, in ‘L’involucro politico’, ora in A. Cervetto, Opere, vol. I, cit.]
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- Articolo pubblicato:14 Dicembre 2021