“In una città della Germania meridionale, con una popolazione di 80.000 abitanti, verso la fine del secolo esisteva un’associazione socialdemocratica di lettura composta da quarantacinque soci. Questa associazione è stata studiata particolarmente bene. Ad essa appartenevano cinquanta libri che rispecchiavano principi del movimento e altrettante brossure, incluse le relazioni della frazione socialdemocratica al parlamento edite da Bebel. Le cifre dei prestiti inerenti a monografie e testi di critica sociale vedono al vertice il ‘bestseller’ di Bebel sulla donna («di fronte all’uomo come libera, uguale … completamente signora del proprio destino»), e in fondo alla classifica ‘La situazione della classe operaia’ di Engels e ‘Il Capitale’ di Marx. Nessuno poteva tener testa a Bebel. Nettamente distanziati seguivano Dodel-Port con ‘Mosè o Darwin’, Köhler con ‘Creazione e tramonto del mondo’, e ‘La teoria darwiniana’, popolarizzazione della teoria dell’evoluzione ad opera di Aveling. Formazione politica e analisi economica restavano un affare faticoso e poco divertente, al quale solo in pochi si sottomettevano volontariamente, costantemente nella speranza di trovarsi risolti gli enigmi economici dell’universo. Il bisogno di svago alla fine di una giornata faticosa, il desiderio di intrattenersi e il sogno della felicità privata, ma anche l’esigenza di impossessarsi de beni culturali canonici della nazione erano più forti di altri motivi (20). La coscienza di classe non la si acquisiva leggendo. Ce la si procurava alla macchina o scioperando (…)” (pag 53-54) [(20) Cfr. D. Dowe, ‘Die Arbeitersängerbewegung in Deutschland von dem ersten Weltkrieg: eine Kulturbewegung im Vorfeld der Sozialdemokratie, p. 124; H.J. Steinberg, ‘Sozialismus und deutsche Sozialdemokratie. Zur Ideologie der Partei vor dem I. Weltkrieg’, Bonn-Bad Godesberg, 1972] [Michel Stürmer, ‘L’ impero inquieto. La Germania dal 1866 al 1918′, Il Mulino, Bologna, 1986]