“Con le sue istanze di una maggiore autonomia dell’apparato statale, agli inizi del 1923 Trockij si presentò come colui che avrebbe potuto diventare l’esponente degli interessi dei cosiddetti “industriali rossi”. Si trattava di un nuovo gruppo sociale che si era venuto formando nel corso della ristrutturazione dell’industria di Stato, portata a compimento nella prima metà del 1922, che aveva visto la revisione dei principi del “comunismo di guerra” anche nell’industria manifatturiera, in particolare per quanto riguarda la sovvenzione diretta da parte dello Stato. L’introduzione di criteri commerciali nel finanziamento anche delle imprese statali era stata accompagnata dal reinserimento dei vecchi direttori di impresa e dall’impiego di una nuova leva di amministratori, formata da bolscevichi ex combattenti della guerra civile. Fu da questo ambiente che si fece strada la consapevolezza della necessità di liberarsi dalla tutela del partito, soprattutto nell’opera di selezione del personale e dei quadri tecnico-amministrativi, per poter realizzare il compito di favorire la ripresa industriale del paese. Le ‘Tesi sull’industria’ che Trockij redasse su incarico del Politbjuro e presentò al XII Congresso del partito (aprile 1923), lo qualificavano senz’altro come un difensore degli interessi dell’industria di Stato e dei suoi direttori. Egli dichiarò che l’avvio a ritmi rapidi dell’industrializzazione del paese, obiettivo prioritario del governo, doveva essere conseguito sia utilizzando le forme commerciali di distribuzione reintrodotte dalla Nep, sia operando una concentrazione e razionalizzazione industriale che prevedeva i necessari interventi chirurgici, quali la chiusura delle fabbriche improduttive, l’accettazione della disoccupazione aperta, una politica di compressioni salariali. I costi sociali di questa politica economica venivano presentati come inevitabili, ma Trockij escludeva qualsiasi intervento dei sindacati a difesa e a tutela degli interessi dei lavoratori. (…) L’esito del XII Congresso, il primo che si riunì senza la presenza di Lenin, non fu tuttavia quello sperato da Trockij” (pag 71-72) [Anna Di Biagio, Trockij, Giunti Lisciani editori, Prato, 1995] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]