“Paul Lafargue si proclamava volentieri “discepolo di Marx e di Engels”, “comunista della scuola di Marx e di Engels” (8). Ma che cosa ha raccolto, che cosa gli è restato dei suoi contatti personali con i “maestri” e della lettura delle loro opere? Nei suoi ‘Souvenirs personnels’ su Marx, Lafargue rammenta le passeggiate serali sui prati di Hampstead Heath, durante le quali Marx impartiva la sua educazione in economia. “Senza accorgersene, mi illustrava, man mano che lo scriveva, tutta la materia del primo libro del ‘Capitale’. Ogni volta, tornato a casa, annotavo immediatamente, come meglio potevo, ciò che avevo appena udito; all’inizio avevo molta difficoltà a seguire il corso profondo e complicato del pensiero di Marx. Purtroppo ho perduto queste annotazioni preziose; dopo la Comune, la polizia ha saccheggiato le mie carte a Parigi e a Bordeaux e le ha confiscate. Mi dispiace soprattutto la perdita delle annotazioni scritte la sera in cui Marx mi aveva esposto, con l’abbondanza di prove e di riflessioni tutta sua, la sua teoria geniale dello sviluppo della società umana. Fu come se un velo si squarciasse davanti ai miei occhi, per la prima volta compresi con chiarezza la logica della storia universale e fui in grado di ricondurre i fenomeni dello sviluppo della società e delle idee, in apparenza tanto contraddittori, alle loro cause materiali. Ne rimasi come abbagliato” (9). Dopo la morte di Marx, Lafargue gode dell’aiuto, dei consigli e delle critiche che gli vengono prodigate da Engels: “Se sono duro con lui, è perché vedo che gli fa bene, e che compie considerevoli progressi quando, di tanto in tanto, gli si ficcano bene in testa le cose” (10). Lafargue, come gli altri dirigenti guesdisti, è impacciato dalla sua scarsa conoscenza del tedesco, ma d’altra parte non si sforza seriamente di colmare questa lacuna (11). A quell’epoca erano state pubblicate in francese soltanto poche opere di Marx e di Engels e, sino al 1895, il lettore francese non trova tradotto che il primo libro del ‘Capitale’, ‘Socialismo utopistico e socialismo scientifico’ (che Paul consiglia di estrarre dall”Anti-Dühring’), ‘Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte’, ‘Il Manifesto del Partito Comunista’ (pubblicato nel 1895), ‘L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato’ (12). Non solo queste difficoltà linguistiche, ma altresí alcune lacune nella formazione economica spiegano la reazione tra l’ammirato e lo stupefatto di Lafargue, Guesde e Deville – i tre “teorici” del partito – di fronte al secondo libro del ‘Capitale’: “Abbiamo tenuto in mano con rispetto e gioia il terribile volume… Come scimmie che girano e rigirano fra le mani le noci che non sanno come aprire, sfogliavamo il libro, che ci appariva carico di mistero, meravigliandoci di fronte all’abbondanza delle formule algebriche, per noi veri e propri segni cabalistici. Mi avevate preannunciato 150 pagine di formule, ma sembra che ve ne siano 300. Per fortuna, in questo libro che ci faceva sentire così spaesati, abbiamo trovato ogni tanto qualche citazione in francese” (13). Engels raccomanda a Lafargue: “Cercate di mantenervi più fedele possibile all’originale; Marx non è un uomo che si possa prendere alla leggera” (14); e, sei mesi più tardi: “Sono decisamente dell’avviso che voi dobbiate rileggere ‘Il Capitale’ da cima a fondo” (15)” [Claude Willard, Paul Lafargue e la critica della società borghese, ‘Annali’, Milano, 1974] [(8) Ad esempio in ‘Le Communisme et l’évolution économique’, Lille, 1892, pp. 1-2 e 25. Quest’opuscolo riproduce il testo del discorso in contraddittorio con P. Desmolins, fondatore della ‘Lega antisocialista’, il 21 maggio 1892; (9) Paul Lafargue Wilhelm Liebknecht, Souvenirs sur Marx, Bureau d’Editions, 1935 (che riproduce un articolo di Lafargue apparso su Die Neue Zeit, 1890-1891, pp. 10-17, 37-42); (10) Friedrich Engels, Paul et Laura Lafargue. Correspondance, Paris, vol. I, p. 179 (lettera di Engels a Laura Lafargue, 21 febbraio 1884); (11) Donde l’irritazione di Engels: “Se non si mette sul serio a imparare il tedesco lo riterrò null’altro che un ragazzo viziato” (‘Correspondance Engels, P. et L. Lafargue’, cit., vol. I, p. 111, lettera a Laura, 11 aprile 1883). Sembra ad un certo punto che Lafargue voglia approfittare di un soggiorno in prigione per rivedere il suo tedesco, ma il miglioramento . se miglioramento c’è – è mediocre (ivi, vol. I, pp. 124, 128 e vol. III, p. 24). Lafargue rimane costretto a leggere le opere pubblicate in inglese o a farsi tradurre da sua moglie Laura le opere in lingua tedesca; (12) Senza contare gli articoli e le opere apparsi, soprattutto a puntate, sulla stampa socialista, ad esempio ‘Le Manifeste du Parti communiste’, ‘La Guerre civile en France’, riprodotti in ‘Le Socialiste, 1885 e 1887. ‘Misère de la philosophie’, pubblicata nel 1847, ma da tempo esaurita, viene ripubblicata nel 1896; (13) ‘Correspondance Engels, P. et L. Lafargue, cit., vol. I, p. 298 (lettera di P. Lafargue a F. Engels, 12 luglio 1885); (14) ‘Correspondance Engels, P. et L. Lafargue, cit., vol. I, p. 181 (lettera di F. Engels a P. Lafargue, 11 marzo 1884); (15) ‘Correspondance Engels, P. et L. Lafargue, cit., vol. I, p. 235 (lettera di F. Engels a P. Lafargue, 11 agosto 1884, in cui Engels rileva i numerosi errori nel progetto di articolo inviatogli da Lafargue per confutare il libro di P. Leroy-Beaulieu, di recente pubblicazione, ‘Le collectivisme, examen critique du nouveau socialisme’)]