“Karl Marx scriveva all’epoca dell’apogeo dell’economia politica classica, con la quale nella sua opera si è confrontato con molta attenzione. Le definizioni che ne ha dato sono illuminanti. Nella prefazione a ‘Per la critica dell’economia politica’ Marx scriveva che i suoi studi precedenti lo avevano portato a concludere che i rapporti giuridici e le forme dello stato hanno le loro radici nei rapporti materiali dell’esistenza, denominati da Hegel la «società civile»; «e che l’anatomia della società civile è da cercare nell’economia politica». Nel ‘Capitale’ Marx specifica: « per economia politica classica io intendo tutti gli studi economici, da W. Petty in poi, i quali hanno indagato il nesso interno dei rapporti borghesi di produzione» (28). Questa definizione è interessante per almeno due ragioni. In primo luogo, essa è storicamente determinata. Marx è interessato ai rapporti ‘borghesi’ di produzione, non a rapporti economici universali e fuori dal tempo come quelli esaminati dalla moderna scienza economica delle scelte razionali (e in cui a volte ricadevano gli stessi economisti classici). Marx si chiede pertanto cosa caratterizzi il sistema economico capitalistico rispetto alle forme precedenti (feudale, schiavistica, ecc.) e a quella in cui si attendeva che il capitalismo dovesse evolvere (comunismo). In secondo luogo, il riferimento all”anatomia’ e al ‘nesso interno’ rivela una concezione organicistica della società: come un organismo essa ha delle parti in precisa relazione tra loro, ciascuna indispensabile al funzionamento delle altre parti e dell’intero organismo: ed è questa relazione l’oggetto dello studio dell’economia politica. Marx allora si prendeva gioco delle «robinsonate» degli economisti che l’hanno preceduto (quelle su cui l’ortodossia economica posteriore ha poi focalizzato in modo esclusivo), che credevano di poter spiegare i fenomeni del capitalismo facendo riferimento al produttore isolato. Per Marx il capitale è invece «un rapporto sociale», in quanto non esiste né può esistere indipendentemente dal suo rapporto con il lavoro salariato, ed è pertanto solo con riferimento all’intera società che può essere spiegato il suo modo di funzionamento. E si tratta di un rapporto che – in continuità su questo con l’economia politica classica – può essere studiato unicamente con riferimento alle classi sociali: non come categoria sociologica, ma rispetto al loro ruolo nel sistema produttivo e nella riproduzione delle condizioni di esistenza del sistema economico” (pag 16-17) [Daniele Besomi, ‘Il consigliere del principe. Riflessione sull’economia, la sua storia, i suoi usi e abusi’, (in) ‘Studi e note di economia’, Firenze, n. 3, 3° quadrimestre 2006] [(28) K. Marx, ‘Per la critica dell’economia politica’ (1859), trad. it., Editori Riuniti, 1979, p. 4; ‘Il capitale. Critica dell’economia politica’, vol. I, (1863), trad. it. Roma, Editori Riuniti, 1974, p. 113]