«A Mitia. [lettera di Lenin a M.I. Ulianova, 20.6.1899]. Nel n. 5 del ‘Naucnoie Obozrenie’ ho visto un articolo di Tugan-Baranovski, mostruosamente stupido e presuntuoso: per «confutare» Marx, egli ha semplicemente apportato modificazioni arbitrarie al tasso del plusvalore, e presupposto una cosa del tutto assurda, cioè una variazione della produttività del lavoro senza che varii il costo del prodotto. Non so davvero se valga la pena di mettersi a scrivere per ogni assurdo articoletto di tal fatta: mantenga prima la sua promessa di sviluppare più a fondo il tema (267). In generale, sto diventando un avversario sempre più convinto della recente «corrente critica» in seno al marxismo, e anche del neokantismo (che ha tra l’altro generato l’idea della separazione delle leggi sociologiche da quelle economiche). Ha perfettamente ragione l’autore dei ‘Beitrage zur Geschichte des Materialismus’ quando definisce il neokantismo una teoria reazionaria della borghesia reazionaria e insorge contro Bernstein (268). Mi ha interessato assai il nuovo libro di Bogdanov (‘Elementi fondamentali di una concezione storica della natura’, Pietroburgo, 1899), e ho scritto che me lo mandino. Nel numero di maggio del ‘Nacialo’ c’è una recensione fatta coi piedi di frasi presuntuose e che non tocca affatto la sostanza del problema. Mi dispiace molto di essermi lasciato sfuggire l’annuncio della pubblicazione di questo libro. Penso che si debba trattare di una cosa seria e che non si possa lasciare senza risposta quella recensione (269). (…)» (pag 196-197) [Lenin a M.I. Ulianova, 20.6.1899] [(in) V.I. Lenin, ‘Opere XXXVII. Lettere ai familiari, 1893-1922’, Edizioni Lotta comunista, Milano, 2002] [(267) Lenin non ha scritto alcun trafiletto particolarmente dedicato all’articolo di Tugan-Baranovski ‘L’errore fondamentale della teoria astratta del capitalismo di Marx’. Egli ne parla in una nota che si riferisce al paragrafo finale del suo articolo ‘Una critica acritica’ (cfr., nella presente edizione, v. 4, pp. 351-352). D’altra parte, in una lettera a A. Potresov del 27 giugno 1899, Lenin scrive: «Quanto alle “sbalorditive scoperte” dei discepoli russi e al loro neokantismo, la mia indignazione aumenta sempre più. Ho letto l’articolo di Tugan-Baranovski sul n. 5 di ‘Naucnoie Obozrenie. Quale cumulo di stupide e pretenziose assurdità! Senza uno studio storico della dottrina di Marx, senza nessuna nuova ricerca, sulla base di errori contenuti in schemi (cambiamento arbitrario del saggio del plusvalore) e di casi particolari eretti a regole generali (aumento della produttività del lavoro ‘senza’ diminuzione del valore del prodotto: basta prenderlo come fenomeno generale perché diventi un assurdo), enunciare su queste basi una “nuova teoria”, affermare che Marx ha sbagliato, che bisogna rifare tutto… No, non posso credere, a quanto mi dite, e cioè che Tugan-Baranovski stia diventando sempre più un ‘Genosse’» [compagno] (cfr. nella presente edizione, v. 24, pp. 23-24]; (268) È il libro di Plekhanov ‘Beiträge zur Geschichte des Materialsmus’, 1896 (Saggi sulla storia del materialismo). Lenin si riferisce anche a quest’opera nel suo articolo ‘Ancora sulla teoria della realizzazione’ ove parla dell’ammirazione di Struve per la «filosofia critica» e del vano tentativo dei discepoli di Marx di fecondare la teoria di Marx con il neokantismo (cfr. nella presente edizione, v. 4, p. 82, nota 2); (269) È la recensione di G-d al libro di A. Bogdanov ‘Elementi fondamentali della concezione storica della natura’. Si ignora se Lenin scrisse poi una riposta a questa recensione. Egli ricevette in Siberia l’opera di Bogdanov, come attesta la sua lettera a Gorki del 25 febbraio 1908 nella quale egli scrive: «Le opere di filosofia di Bogdanov, le ho seguite a cominciare dal suo energico libro sulla ‘Concezione storica della natura’, che studiai quando mi trovavo in Siberia. Per Bogdanov questa posizione era solo una fase di transizione ad altre concezioni filosofiche» (cfr. nella presente edizione, v. 13, p. 425). È noto, dalla sua lettera a A. Potresov del 27 giugno 1899, che Lenin pensava allora che A. Bogdanov fosse uno pseudonimo di G. Plekhanov (cfr., nella presente edizione, v. 34, pp. 22-27)] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]