“Intorno al 1871 lo spettro che perseguitava l’Europa aveva ormai un nome: Karl Marx. La Francia venne sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870-71 e nel paese fu proclamata la repubblica. Marx sostenne che era stato Napoleone III ad aver avviato il conflitto e parlò di «guerra di difesa» (19). Pensava però che la classe operaia tedesca fosse «superiore a quella francese sia dal punto di vista teorico sia da quello organizzativo» (20), e sperava che la vittoria della Prussia contribuisse al progresso della situazione in Francia. L’armistizio con la Prussia scatenò un’insurrezione a Parigi. All’inizio Marx condannò ogni avventurismo rivoluzionario, innanzitutto all’interno della stessa Internazionale. Quando fu proclamata la Comune, nel marzo 1871, però, il suo name si legò giocoforza alle sue sorti. Marx auspicava che la Comune potesse portare all’istituzione di un «autogoverno dei produttori» (21). Ma il tutto durò solo due mesi e alla fine la Comune fu repressa nella più insensata violenza. Furono all’incirca ventimila le esecuzioni, spesso di operai disarmati o che avevano già deposto le armi. Fu a partire da questo momento che la Comune divenne un modello di riferimento per il marxismo. Marx aveva capito fin dall’inizio che questa esperienza era destinata a fallire, sia per la vittoria della Prussia sia per l’opposizione del governo francese. Molti leader della Comune, peraltro, non erano neanche socialisti. Comunque sia, per lui fu un evento di primaria importanza, e nel celebre testo ‘La guerra civile in Francia’ (1871) scrisse che si trattava di «un nuovo punto di partenza di importanza storica universale» (22). Avallò addirittura le esecuzioni di ostaggi – tra i quali ‘arcivescovo di Parigi – in risposta al massacro di prigionieri perpetrato dal governo di Versailles (23). Ben presto l’Internazionale fu considerata responsabile dello spargimento di sangue e per la prima volta il terrore Rosso invase l’Europa borghese. Marx divenne suo malgrado celebre come presunto capo della Comune. Contro di lui si scatenò una feroce campagna di propaganda e la stampa lo definì «il dottore del terrore Rosso». «L’uomo più calunniato e più minacciato di Londra» fu assediato da una schiera di giornalisti ansiosi di «veder con i propri occhi il “monster”» (24). E l’Internazionale venne messa fuori legge in diversi paesi” (pag 183-184) [Gregory Claeys, ‘Marx e il marxismo’, Einaudi, Torino, 2020] [(19) K. Marx, ‘Primo indirizzo del Consiglio generale sulla guerra franco-prussiana’, in Id. ‘La guerra civile in Francia’, cit., p. 34; (20) Marx a Engels, 20 luglio 1870, in Marx, Engels, ‘Opere complete’, vol. XLIV, cit., p. 5; (21) Marx, ‘La guerra civile in Francia’, cit., p. 82; (22) Marx a Kugelmann, 17 aprile 1871, in Marx, Engels, ‘Opere complete’, vol. XLIV, cit., p. 202; (23) Marx, ‘La guerra civile in Francia’, cit., p. 80; (24) Id., Primo abbozzo di redazione per ‘La guerra civile in Francia’, in Id., ‘La Comune di Parigi. La guerra civile in Francia. Edizione integrale con annessi i lavori preparatori e altri inediti’, cit., p. 218]