“La questione dell’imperialismo e dei ‘suoi rapporti’ con l’opportunismo nel movimento operaio, col tradimento della causa operaia compiuto dai dirigenti operai è stata posta da molto , da moltissimo tempo. Per ‘quarant’anni, dal 1852 al 1892, Marx ed Engels hanno dimostrato costantemente l”imborghesimento’ degli strati superiori della classe operaia inglese in conseguenza delle sue particolari condizioni economiche (70) (colonie, monopolio del mercato mondiale, ecc.). Tra il 1870 e il 1880, Marx si guadagnò l’odio onorifico dei volgari eroi della tendenza che allora svolgeva la funzione dell’Internazionale «di Berna», degli opportunisti e dei riformisti, per aver bollato molti capi delle Trade Unions inglesi che si erano venduti alla borghesia o venivano pagati da essa per i servizi prestati a ‘questa’ classe ‘all’interno’ del movimento operaio. Durante la guerra anglo-boera, la stampa anglo-sassone aveva già ben posto chiaramente la questione dell’imperialismo, come la più recente (‘e ultima’) fase del capitalismo. Se la memoria non m’inganna MacDonald in persona uscì allora dalla società dei Fabiani, precorritrice dell’Internazionale «di Berna» , vivaio e modello di opportunismo, caratterizzata da Engels con forza, chiarezza e verità geniali nella sua corrispondenza con Sorge (71). «Imperialismo fabiano» – tale era l’espressione allora corrente nella letteratura socialista inglese. Se Ramsay MacDonald lo ha dimenticato, tanto peggio per lui. «Imperialismo fabiano» e «socialimperialismo» sono la stessa cosa: socialismo a parole, imperialismo nei fatti, ‘sviluppo dell’opportunismo in imperialismo’. Adesso, durante e dopo la guerra del 1914-1918, questo fenomeno è diventato ‘mondiale’. L’incomprensione di questo fatto è la maggior prova di cecità dell’Internazionale gialla «di Berna» e il suo maggiore delitto. L’opportunismo o riformismo dovevano, inevitabilmente, svilupparsi in un ‘imperialismo socialista’ o socialsciovinismo d’importanza storica mondiale; perché l’imperialismo ha fatto avanzare un pugno di nazioni progredite, ricchissime, che depredano tutto il mondo, permettendo così alla borghesia di quei paesi di ‘corrompere’ con una parte dei propri sovrapprofitti monopolistici (l’imperialismo è il capitalismo monopolistico) ‘gli strati superiori della classe operaia’ di questi paesi. Solo dei perfetti ignoranti o degli ipocriti che ingannano gli operai, ripetendo ‘luoghi comuni’ sul capitalismo e nascondendo così la amara verità del passaggio di ‘un’intera corrente del socialismo’ dalla parte della borghesia imperialistica, possono non vedere l’inevitabilità economia di questo fatto in regime imperialistico’ (pag 460-461) [V.I. Lenin, I compiti della III Internazionale] [(in) V.I. Lenin, ‘Opere’, vol. 29, Marzo-agosto 1919, Edizioni Lotta comunista, Milano, 2002] [(71) Cfr. la lettera di Engels a Sorge del 18 gennaio 1893, in Karl Marx – Friedrich Engels, ”Ausgewählte Briefe’, Berlin, 1953, p. 546] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:23 Febbraio 2020