“L’ideologia politica del proletariato tedesco, che è stata creata da Marx e Engels, si lega, come pure la teoria economica del marxismo, al liberalismo affatto rivoluzionario nelle sue origini. Solo che la teoria politica marxista, in quanto teoria dello Stato del proletariato privato dei diritti anche economicamente dal suo Stato, nega completamente lo Stato e fa realizzare la situazione ideale del comunismo nella sfera della società, dopo che questa ha eliminato lo Stato come un’ulcera parassitaria. Proprio come avveniva già nei teorici liberali dello Stato, Marx ed Engels interpretano lo Stato semplicemente come strumento della classe che possiede gli strumenti di produzione per opprimere economicamente il proletariato, e la sua nascita – corrispondentemente all’intuizione della sua essenza – la riconducono alla divisione in classi della società che occorre rappresentarsi originariamente omogenea, in un comunismo primitivo. Il fine politico si presenta, conformemente al metodo di esposizione naturalistico-sociologico del marxismo (che in questo punto concorda con la maggior parte delle «sociologie» da Comte in poi), come prodotto causale di uno sviluppo naturalisticamente necessario: è la società anarchico-comunista, che non ha bisogno di alcuno Stato poiché non vi è più alcuna classe da opprimere, poiché non vi è più alcun rapporto di sfruttamento, per il cui mantenimento unicamente esiste lo Stato, per sua natura. Nel postulato di una società del futuro fondata sulla spontaneità, libera dallo Stato e solidale, il socialismo marxista concorda completamente con il concetto fondamentale dell’anarchismo. La teoria politica, quale l’hanno sviluppata Marx e Engels, è anarchismo puro. Ciò è stato a lungo trascurato, per diversi motivi. L’opinione scolastica circa l’opposizione fra socialismo di tendenza marxista e anarchismo è stata infine messa da parte, per la prima volta, dai lavori letterari di Lenin e degli altri autori del bolscevismo, il cui merito indiscutibile è quello di aver restituito la vera e propria teoria dello Stato di Marx e Engels. Questa teoria dello Stato del marxismo, nell’essenziale, non è altro che lo sviluppo del concetto di Stato in quanto strumento della lotta di classe ovvero del dominio di classe fondato sullo sfruttamento, in base allo schema della dialettica: dal seno della società comunista originaria si libera, con la nascita della proprietà privata, lo Stato in quanto organizzazione della classe possidente volta al mantenimento delle condizioni di sfruttamento. Questa condizione, che raggiunge la sua vetta nel moderno Stato capitalistico, trova la sua fine con la conquista violenta del potere politico da parte del proletariato (…)” [Hans Kelsen, ‘Socialismo e Stato’, Bari, 1978, introduzione di Roberto Racinaro, pp. 191-199] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:10 Ottobre 2016