“Nonostante i progressi già realizzati, la stampa europea nella prima parte del secolo aveva interessato solo una minoranza di notabili e di membri delle classi medie, a eccezione dei giornali dall’esistenza effimera, ispirati dal movimento operaio, che esercitarono tuttavia un’influenza molto superiore alla loro modesta tiratura e ai loro poveri mezzi. Nondimeno le iniziative di creare dei giornali operai non erano mancate. In Gran Bretagna, dove un’esorbitante tassa di bollo accresceva il prezzo dei giornali, il tipografo socialista [Henry] Hetherington lanciò, in un momento in cui la lotta per la riforma della legge elettorale era al culmine (1831), un ebdomadario, «The Poor Man’s Guardian», mettendo come sottotitolo «fondato contro la legge». Il governo rispose facendo arrestare e condannare numerosi strilloni, e Hetherington, dopo una lunga lotta, dovette darsi per vinto. Verso la medesima epoca una stampa operaia tentava di svilupparsi a Lione. Il più celebre dei suoi giornali fu «L’Echo de la fabrique» fondato nel 1831 e sostenuto dalle società di mutuo soccorso che servivano da copertura a numerose organizzazioni clandestine. Il suo principale redattore, Marius Chastaing, vi propugnava la solidarietà tra i mestieri. Ma l’unione era ancora difficile da realizzarsi e Chastaing abbandonò nel 1845 «L’Echo de la fabrique» per fondare un mensile, «La Trinune lyonnaise», che però, nel 1847, aveva solo 300 abbonati. Se si aggiunge che «La Glaneuse» che difendeva le idee radicali all’inizio della monarchia di luglio, sparì abbastanza rapidamente alla fine di processi costosi, mentre solo «Le Précurseur», sostenuto dalla Société des droits de l’Homme’, riusciva a sopravvivere (Tudesq), ci si rende conto a un tempo del dinamismo del movimento operaio e delle difficoltà che incontrava a darsi una struttura. In Prussia, tuttavia, dove Federico Guglielmo IV, che sembrava favorevole alle idee liberali, volle mitigare la censura (1841), un gruppo di borghesi di Colonia fondava nel 1841 la «Rheinische Zeitung» e assumeva come redattore Carlo Marx. Presto riconosciuto come eccellente giornalista, questi non tardò a prendere le difese dei proletari e degl’indigenti, tanto che il suo giornale fu soppresso nel 1843. Beninteso la situazione mutò con la rivoluzione del 1848; Marx mise insieme allora fino a 6.000 abbonati alla «Neue Rheinische Zeitung», ma alla fine fu espulso. Un po’ dappertutto i moti del 1848 fecero così venir su dei giornali di tutte le tendenze la cui esistenza fu agitata ed effimera. Questo specialmente in Francia, come ha dimostrato A.J. Tudesq” [Henry-Jean Martin, ‘Storia e potere della scrittura’, Milano 1991]