“Il primo problema è di sapere come nascono e si diffondono gli scioperi. Chiunque ricordi tutti i casi di scioperi a lui noti o per esperienza personale o per averne avuto notizia dai racconti di altre persone o dai giornali, constaterà subito che gli scioperi iniziano e si diffondono dove sorgono e si moltiplicano le grandi fabbriche. Tra le maggiori fabbriche che occupano centinaia (e a volte migliaia) di operai, non ne troverà una sola nella quale non si siano prodotti scioperi operai. Quando le grandi fabbriche e le officine erano poco numerose in Russia, erano poco numerosi anche gli scioperi; da quando le grandi fabbriche rapidamente si moltiplicano, sia nelle vecchie località industriali che nelle città nuove e nei villaggi, gli scioperi diventano sempre più frequenti. Quale è la ragione per cui la grande produzione industriale conduce sempre agli scioperi? La ragione sta nel fatto che il capitalismo conduce necessariamente alla lotta degli operai contro i padroni; e quando la produzione si sviluppa, questa lotta assume necessariamente la forma di scioperi. (…) In tutti i paesi l’indignazione degli operai si è manifestata all’inizio con rivolte isolate o sommosse, per usare il linguaggio della polizia e dei capitalisti. In tutti i paesi queste rivolte isolate hanno generato da una parte scioperi più o meno pacifici e dall’altra una lotta generale della classe operaia per la sua emancipazione. (…) Qual’è la funzione degli scioperi (o astensioni dal lavoro) nelle lotte della classe operaia? Per rispondere a questa domanda dobbiamo dapprima soffermarci un poco più a lungo sugli scioperi. Se come abbiamo visto, il salario è determinato da un contratto tra l’operaio e il suo padrone e se in questa circostanza l’operaio isolato si trova completamente impotente, è evidente che gli operai devono necessariamente sostenere insieme le loro rivendicazioni; è evidente che essi debbono necessariamente organizzare scioperi o per ottenere un salario più elevato o per impedire che il padrone riduca i salari. E, infatti, non c’è un solo paese capitalista dove non si siano verificati scioperi operai. In tutti i paesi d’Europa e in America, ovunque, gli operai sono disarmati quando si muovono isolatamente e non possono resistere al padronato se non uniti, organizzando scioperi o agitando la minaccia di scioperi” [V.I. Lenin, Scritti sugli scioperi. Scritti dal 1896 al 1902. I. L’educazione delle masse alla lotta (a cura di Dirce Giammarchi e Amneris Vergani), Milano, 1971; Redatto alla fine del 1899 e pubblicato nel 1924 nel numero 8-9 della Rivista “Proletarskaia Revolutsia”] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]