“E’ certamente vero che la porta di Marx fu sempre aperta per coloro che volevano conoscere e chiarirsi sulla politica proletaria. Risultato di queste discussioni e di aver letto il Capitale in francese fu che Hyndman divenne uno dei «discepoli» inglesi di Marx. Ma il discepolo ritenne un’opera «divulgativa» dal titolo «Inghilterra per tutti», dove mai si nomina Marx benché vi si riportano interi brani del Capitale, con il pretesto che la gente inglese avrebbe diffidato di uno straniero, e professore tedesco per giunta. Marx ed Engels condannarono questo comportamento, ma non certo per ragioni di “copyright”, tanto più che ad altri avevano consentito di pubblicare testi ed argomenti senza che le loro persone figurassero. Ad Ernest Jones, finché fu compagno e dirigente del movimento cartista, Marx addrittura dettava gli articoli e nelle sue pubblicazioni mai apparì il nome di Marx. Engels scriveva a Kautsky nel 23 febbraio 1891: «Questa gente non sa che tutta la gratitudine di Lassalle era dovuta al fatto che Marx per anni gli consentì di sbandierare i risultati delle ricerche di Marx come proprie e per di più di distorcerle per la sua insufficiente preparazione economica, questo non è mia colpa. Ma io sono l’esecutore letterario di Marx e quindi ho anch’io i miei doveri». Possiamo noi davvero pensare che Marx si sarebbe lasciato sfuggire l’opportunità di far penetrare finalmente il suo pensiero nella classe operaia inglese, alla quale cosa sia Marx sia Engels avevano lavorato per decenni, solo per ragioin di diritti di autore? Le «personalità» non c’entrano né altre meschine questioni. Lenin così si esprime nel suo articolo «Hyndman e Marx» (…) [pubblicato sulla rivista ‘Zvezda, No. 31, November 26, 1911′, a proposito dell’autobiografia di Hyndman «Storia di una vita avventurosa»]: «E’ chiaro che se un uomo che divenne conoscente di Marx, e suo abituale frequentatore, che si definisce suo studente, poi forma una federazione ‘democratica’ e scrive un opuscolo per essa nel quale snatura il marxismo e non fa menzione di Marx, questo Marx, questo non l’avrebbe lasciato passare senza ‘furiose’ proteste». Il testo del tradimento, «Inghilterra per tutti – Manuale di democrazia», non fa menzione della politica propria della classe, anzi la parola classe non è quasi mai menzionata; talvolta sono i lavoratori, ma al centro sono gli «inglesi». Mentre si citano interi accapi dal Capitale questi sono frammischiati ad idee di Ricardo ed altri. Il poco di marxismo di cui vi è traccia è sommerso in un lago di moralismo e di lamentele. Non c’è nessuna posizione netta, e mai da un punto di vista proletario. E’ un minestrone di ideuzze che, adeguato ad essere presentato nei club radicali, ebbe quindi la sua risonanza. C’è un cenno sulla collettivizzazione ma non vi si parla della soppressione delle classi – il che avrebbe turbato il lettore «inglese», appunto. Marx scrisse ad Hyndman il 12 luglio 1881: «I due capitoli su lavoro e capitale erano comunque fuori posto in un commento al programma di un partito che non era un partito distinto ed indipendente della classe operaia». Questa citazione risolve ogni polemica. Hyndman fu il Lassalle inglese. Non vi troviamo una forma autoctona di marxismo ma uno sviluppo inglese del lassallismo. Marx ed Engels, che avevano tanto combattuto il lassallismo in Germania ben difficilmente lo avrebbero abbracciato vincitore in Gran Bretagna” [‘Origini e Storia del movimento operaio inglese. Lo sviluppo del movimento socialista in Gran Bretagna’, (in) ‘Comunismo’, n. 31, agosto-dicembre 1991] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]