“«(…) Queste sollevazioni, come tutti i movimenti di massa del medioevo, portavano necessariamente una maschera religiosa, apparivano come restaurazione del cristianesimo primitivo degenerato da secoli; ma di regola dietro l’esaltazione religiosa si nascondevano interessi mondani molto forti. Con esse contrastano singolarmente le rivolte religiose del mondo maomettano, specie in Africa. L’Islam è una religione fatta per orientali, specialmente per gli arabi; quindi, da una parte, per città che esercitano commercio e industria, e dall’altra per beduini nomadi. Ma qui sta il germe di un urto che si ripete periodicamente. Le città diventano ricche, sfarzose, rilassate nell’osservanza della “legge”. I beduini, poveri e, per povertà, austeri di costumi, guardano con invidia e desiderio a queste ricchezze e a questi piaceri. Allora si raccolgono sotto un profeta, un Mahdi, per castigare i peccatori, per restaurare il rispetto per la legge rituale e per la vera fede, e per intascare come ricompensa i tesori degli infedeli. Dopo cent’anni, essi naturalmente si trovano proprio a quel punto dove stavano quegli infedeli; una nuova purificazione della fede è necessaria, sorge un nuovo Mahdi e il gioco ricomincia. Così è accaduto dalle conquiste degli Almoravidi e Almohadi africani in Spagna fino all’ultimo Mahdi di Khartoum, che affrontò con tanto successo gli inglesi. Così, o in modo simile, andavano le cose nelle rivolte in Persia e in altri paesi maomettani. Sono tutti movimenti scaturiti da cause economiche e che hanno un travestimento religioso; ma, anche se vittoriosi, lasciano sopravvivere intatte le vecchie condizioni economiche. Tutto resta quindi come prima e l’urto diventa periodico. Nelle sollevazioni popolari dell’occidente cristiano, al contrario, il travestimento religioso serve solo come bandiera e come maschera per l’assalto a un ordinamento economico antiquato; questo alla fine viene rovesciato, ne sorge uno nuovo, il mondo va avanti»” [F. Engels, “Sulle origini del cristianesimo”] [(in) ‘Il fondamentalismo islamico nei paesi del Maghreb: una fuorviante prospettiva per il proletariato’, ‘Comunismo’, Firenze, n. 41, 12.1996, p. 45-46]
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- Articolo pubblicato:16 Agosto 2016