“«Quando una grande azienda assume dimensioni gigantesche e diventa rigorosamente sistematizzata, e sulla base di un’esatta valutazione di dati innumerevoli, organizza metodicamente la fornitura della materia prima originaria…; quando un unico centro dirige tutti i successivi stadi di elaborazione della materia prima, fino alla produzione dei più svariati manufatti; quando la ripartizione di tali prodotti, tra le centinaia di milioni di consumatori, avviene secondo un preciso piano…; allora diventa chiaro che si è in presenza di una socializzazione della produzione e non già di un semplice «intreccio»; che i rapporti di economia privata e di proprietà privata formano un involucro non più corrispondente al contenuto» [Lenin] (2). La forma tecnica propria della contraddizione (fondamentale) fra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione esistenti, che va accumulandosi e accelerandosi nella fase suprema del capitalismo, è la grande industria, specie meccanica. Il «punto di vista della grande impresa più moderna e in particolare del trust» – scrive Lenin nell’aprile 1918, proponendo di affidare all’Accademia delle Scienze l’incarico di costituire commissioni «formate da specialisti» per redigere un piano di sviluppo economico e di riorganizzazione industriale – è «la fusione e concentrazione razionale della produzione… in poche grandi imprese» (3). Come spiegherà ai critici «di sinistra»: «il socialismo è inconcepibile senza la tecnica del grande capitalismo, costruita secondo l’ultima parola della scienza moderna» (4). E’ qui evidente la linea di continuità con la lettura di Marx della componente kautskiana della II Internazionale, per cui «è la grande azienda che rende necessaria la società socialista» (5). Affermazione del tutto interscambiabile, ad esempio, con l’asserto dei primi abbozzi dei ‘Compiti immediati del potere sovietico’: «Il socialismo è frutto della grande industria meccanica»; lontana invece dal significato più intimo della rivendicazione gramsciana della classe operaia italiana di essere stata portatrice, nella storia postunitaria, «delle nuove e più moderne esigenze industriali» (6). L’atteggiamento di Lenin verso le ricerche di Taylor sembrerebbe così colto nelle sue ragioni ultime. Ma leggendo attentamente le sue annotazioni, viene fatto di riconnetterlo almeno a un’altra determinante della sua visione ideologica, che si lega ed è a un tempo causa ed effetto del suo giudizio sul ruolo del progresso tecnico: il carattere di affermazione di una concezione materialistica del «processo di sviluppo delle scienze naturali, malgrado tutte le sue oscillazioni ed esitazioni» (7). Non vi è dubbio che nel taylorismo Lenin veda un aspetto scientifico in senso, per così dire, proprio e stretto: di progresso delle conoscenze naturali, di maggior penetrazione nei segreti della natura, d’avanzamento della capacità umana di sottomettersi il mondo naturale” [Roberto Finzi, ‘Lenin, Taylor, Stachanov: il dibattito sull’efficienza economica dopo l’Ottobre’] [(in) ‘Storia del marxismo’, Volume terzo, ‘Il marxismo nell’età della Terza Internazionale. I Dalla rivoluzione d’Ottobre alla crisi del ’29’, Torino, 1980] [(2) V. Lenin, ‘L’imperialismo come fase suprema del capitalismo’, in ‘Opere, vol. 22, pp. 301-2; (3) Id., ‘Schema di piano per i lavori tecnico-scientifici, ibid., vol. 27, p. 289; (4) Id., ‘Sull’infantilismo “di sinistra” e sullo spirito piccolo borghese”, ibid., pp. 308-9. Fra i leaders della sinistra c’è in questa fase Bucharin, che Lenin tende tuttavia a distinguere dagli altri (cfr. ibid., pp. 313 sgg.); (5) K. Kautsky, ‘Il programma di Erfurt’, Roma, 1971, p. 131; (6) V. Lenin, ‘Prima stesura dell’articolo «I compiti immediati del potere sovietico», in Id., Opere, vol. 27, p. 190 (per la radice marxiana di queste posizioni cfr., ad esempio, K. Marx, ‘Il capitale. Critica dell’economia politica’, Torino; 1975, libro primo, vol. I, pp. 936-57) e A. Gramsci, ‘Quaderni del carcere’, a cura di V. Gerratana, Torino, 1975, p. 2156; (7) V. Lenin, ‘Materialismo ed empiriocriticismo’, in Id., ‘Opere’, vol. 14 p. 345] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]