“In Italia, tuttavia, la supremazia operativa del movimento anarchico condizionava lo sviluppo delle correnti che se ne distaccavano, come quella che faceva capo a ‘La Plebe’, e, di fronte alla reazione governativa contro i tentativi insurrezionali o terroristici degli anarchici – reazione che colpiva tutte le frazioni del movimento operaio -, parvero a un certo punto venir meno le possibilità dell’azione che Engels indicava, secondo quanto scriveva a Sorge: «Gli italiani giustificano il loro distacco dicendo che l’organizzazione pubblica dell’Internazionale è dannosa e che oramai preferiscono cospirare» (1). Ed è anche per tale motivo che questo secondo gruppo di scritti subisce una interruzione dal ’72 al ’77, riprendendo nell’anno in cui, con la ricostituzione della Federazione dell’Alta Italia per opera del gruppo de ‘La Plebe’ di Bignami e con l’esaurirsi del movimento anarchico, sembrano maturare le condizioni favorevoli all’affermazione di una corrente classista. L’Internazionale era morta, non senza aver compiuto la sua funzione, e la vittoria della Prussia su Napoleone III aveva spostato il centro di gravità del movimento operaio internazionale in Germania, dove si procedeva a tappe brucianti verso la formazione di una borghesia ad alto sviluppo capitalistico, cui corrispondeva l’alto sviluppo del movimento operaio tedesco (2). Engels ne riferiva nella prima corrispondenza della ripresa a ‘La Plebe’ (3); e a Marx scriveva in maniera ottimistica degli sperabili progressi del movimento operaio in Lombardia, regione industrialmente avanzata su posizioni di guida rispetto al resto della penisola (4); nel Vorwärts, poi, in un articolo dedicato espressamente all’Italia, esaminava le ragioni di un probabile passo in avanti del movimento di classe (5). Egli riprendeva quindi e continuava ancora per qualche tempo le corrispondenze a ‘La Plebe’. La reazione europea e italiana del ’78 stroncava sul nascere queste speranze, le quali si riferivano a un movimento ideologicamente poco saldo e tendente all’eclettismo. Le leggi eccezionali in Germania circoscrivevano del resto la stessa ascesa del movimento operaio tedesco, il più forte e il meglio organizzato, dal quale poteva derivare una influenza decisiva per i movimenti operai degli altri Paesi. I rapporti con l’Italia si ristabilirono nel ’90. Marx è morto ed Engels ne continua e ne difende l’opera. Sono gli anni in cui lo sviluppo del movimento operaio socialista in tutto il mondo faceva scrivere a Engels, riferendosi al ’48: «Allora, i numerosi e oscuri evangeli delle sétte con le loro panacee; oggi, l”unica’ teoria di Marx universalmente riconosciuta, d’una chiarezza trasparente, e che formula con precisione gli obiettivi finali della lotta» (6)” [premessa di Gianni Bosio, (in) Friedrich Engels Karl Marx,  a cura di Gianni Bosio, ‘Scritti italiani’, Edizioni Avanti!, Milano Roma, 1955] [(1) Correspondance Fr. Engels  K. Marx et divers publiée par F.A. Sorge, Costes, 1950, t. I, p. 205; (2) Cfr. Carteggio Marx Engels, vol. VI, Roma, 1953; (3) ‘La Plebe’, Milano, 10 febbraio 1877; (4) Cfr. la lettera di Engels a Marx del 23 febbraio 1877, in ‘Carteggio Marx-Engels, vol. VI, cit., pp. 241-243; (5) L’articolo di Engels, dal titolo ‘Aus Italien’, venne pubblicato nel ‘Vorwärts’, Lipsia, 16 marzo 1877; (6) F. Engels, Introduzione, cit., p. 128]