“«In Kautsky» scriverà Lenin nel 1915 «l’evidente rottura con il marxismo ha assunto la forma… del segno di un capitalismo ‘pacifico’. Il capitalismo ‘pacifico’ è stato sostituito dall’imperialismo non pacifico, bellicoso, catastrofico. Ma se non si può sognare di ritornare indietro dall’imperialismo al capitalismo ‘pacifico’, non si potrebbe dare agli stessi sogni la forza di innocenti riflessioni sull'”ultraimperialismo pacifico’? Se si chiamasse ultraimperialismo l’unificazione internazionale degli imperialismi nazionali, che ‘potrebbe’ eliminare i conflitti particolarmente sgradevoli, … come la guerra, … perché non si potrebbe allora scacciare dal pensiero l’epoca già presente, già sopraggiunta, dell’imperialismo, estremamente gravida di conflitti e catastrofi, sognando un”ultraimperialismo’ relativamente pacifico, relativamente privo di conflitti?» (40). Il sogno di un capitalismo «pacifico», come abbiamo visto, occupa Kautsky già nel 1908, ed è in funzione dell’idea che Kautsky ha della presa del potere politico da parte della classe operaia, che dipende in definitiva, a sua volta, dalla concezione che Kautsky ha dello Stato. Il problema del rapporto tra socialismo e democrazia, che lo occuperà fino alla morte (41), è per Kautsky il problema del rapporto tra socialismo e parlamentarismo borghese, dal cui quadro egli non esce. L’obiettivo della lotta della Socialdemocrazia è «la conquista del potere statale mediante il conseguimento della maggioranza in parlamento e della trasformazione del parlamento in padrone del governo» (42), non la rottura della macchina dello Stato borghese” [Andrea Barbaranelli, Introduzione] [(in) Karl Kautsky, ‘L’origine del cristianesimo, Roma, 1970, a cura di Andrea Barbaranelli] [(40) Lenin, op. cit, vol. XXV, p. 460; (41) v. l’Introduzione di Procacci, cit., p. XL; (42) citato in Lenin, op. cit., vol. XXV, p. 460] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]