“Fu Ferdinand Lassalle, che, durante la rivoluzione del 1848, si era peraltro affiancato a Marx ed Engels, a dare la spinta alla formazione dei primi sindacati non liberali, organizzati poi su scala non più solo locale all’inizio degli anni 1860, col suo “Programma operaio” del 1862. Qui si ipotizzava una forma di socialismo da raggiungersi tramite le cooperative dei lavoratori, sussidiate da uno Stato in cui la classe lavoratrice con l’esercizio del suffragio universale maschile, avrebbe esercitato un’influenza notevole. Egli partecipò al congresso di un gruppo di “società educative” degli operai di Lipsia nel 1863 dove si misero le basi di una organizzazione sindacale a livello di Reich, con l”Allgemeinen Deutschen Arbeiterverein’ (Associazione generale dei lavoratori tedeschi), ADAV, che passò rapidamente dai 3.500 iscritti iniziali ai 15.000 dell’inizio degli anni 1870) che in realtà fu il primo partito socialista tedesco, vista la preminenza che in essa si diede alla lotta politica su quella sindacale. Un altro gruppo di organizzazioni di lavoratori, il ‘Verband der Deutscher Arbeiterverein’ (Unione delle Società dei lavoratori tedeschi, VDA), fu fondato nel 1864, sotto la presidenza di August Bebel, e vide inizialmente affiancati marxisti, sinistra liberale ed i sindacati raggruppati nell”Unione delle società di educazione operaia’. Nel 1868 la VDA votò di entrare nella ‘Prima Internazionale’, sotto l’influenza di Bebel e di Wilhelm Liebknecht, quest’ultimo legato a Marx e fondatore assieme con lui della stessa Internazionale. Nel 1869, ad Eisenach, la VDA di Bebel si fuse con membri dissidenti dalla lassalliana ADAV per formare il ‘Sozialdemokratischen Arbeiterpartei’ (Partito socialdemocratico dei lavoratori, SDAP) precursore della moderna socialdemocrazia tedesca. Il programma teorico adottato ad Eisenach rifletteva il marxismo dell’Internazionale londinese, le cui richieste immediate differivano di poco da quelle dell’ADAV e i suoi sostenitori furono chiamati gli “eisenachiani”. (…) Il momento chiave fu la tarda estate (agosto-settembre) del 1868, quando i lassalliani Fritsche e Schweitzer dell’ADAV parteciparono alla nascita della ‘Deutscher Gewerkschaftsbund’ (Lega dei sindacati tedeschi, DGB), il 26 settembre 1868, da parte di un congresso di 206 delegati, rappresentanti circa 142.000 lavoratori di 110 diverse località (15). Contemporaneamente gli “eisenachiani” Bebel e Liebknecht, del SDAP; decisero anch’essi di promuovere la formazione dei sindacati e i liberali Max Hirsch e Franz Dunker fondarono, dal canto loro, una ‘Gewerkvereine Zentrale Commission’ (Commissione centrale delle associazioni di mestiere), utilizzando espressamente un termine come ‘Gewerkverein (associazione di di mestiere) come contrapposto a ‘Gewerkschaft’ (sindacato), ormai inscindibile dal concetto di lotta di classe. (…) Nel frattempo il successo dei due partiti socialisti, ADAV e SDAP, era stato rilevante, visto il sistema elettorale tedesco: infatti, già nelle elezioni per il ‘Reichstag’ del 1875, i lassalliani elessero cinque deputati e gli ‘eisenachiani’ tre. Lo stesso anno le due organizzazioni confluirono, a Gotha, in una sola per formare il ‘Sozialistischen Arbeiterpartei Deutschland’ (Partito Socialista dei Lavoratori della Germania, SAD). L’unificazione di Gotha, come la precedente di Eisenach, rappresentò un compromesso fra le tendenze di Marx e Lassalle, e diede origine alla “Critica del programma di Gotha” di Marx (16)” [Adele Maiello, ‘Sindacati in Europa. Storia, modelli, culture a confronto’, Soveria Mannelli, 2002] [(15) Il congresso si pose l’obiettivo di creare un sindacalismo industriale nelle branche principali della produzione dividendo la DGB in 32 gruppi professionali. Tali sindacati si vollero anche chiamare “frei” liberi cioè dall’influenza dello Stato, della Chiesa e degli imprenditori; (16) D.A. Chalmers, ‘The Social Democratic Party of Germany: from Working-Class Movement to Modern Political Party’, New Haven, Yale University, 1964]