La fondazione del PCC e il movimento del 4 maggio. “L’ondata rivoluzionaria si estese rapidamente in altri paesi: sembrava l’inizio della rivoluzione mondiale profetizzata da Marx, la rivoluzione del proletariato contro i capitalisti, degli sfruttati contro gli sfruttatori. Annunciato da Lenin, il messaggio messianico della rivoluzione proclamava la liberazione dei popoli coloniali e semicoloniali dal giogo dell’imperialismo occidentale. Il fronte sino allora unitario delle potenze occidentali, per quanto riguarda il loro atteggiamento verso questi popoli, era infranto, tanto più che nel 1920 il nuovo governo sovietico dichiarò per bocca di Karachan di rinunciare a tutte le concessioni e a tutti i diritti, incluso il diritto all’extraterritorialità di cui aveva goduto in Cina il governo zarista. La Russia sovietica fu dunque la prima tra le nazioni occidentali a riconoscere spontaneamente alla Cina la parità di diritti che i Cinesi auspicavano da lungo tempo. In molti ambienti della Cina si cominciò a guardare all’Unione Sovietica come a un paese amico, difensore della libertà e dell’eguaglianza delle nazioni oppresse. Una delle prime notevoli conseguenze dell’influenza del marxismo in Cina fu la fondazione della «Società per lo studio del marxismo», sorta all’inizio del 1918 nell’ambito dell’Università di Pechino. I membri della società erano in maggioranza studenti universitari, ma ne faceva parte anche Mao Tse-tung [Mao Zedong], che in quegli anni era impiegato nella biblioteca dell’università. La società, come voleva il suo nome, fu dapprima soltanto un centro di studi, ma col passare del tempo alcuni dei suoi componenti maturarono la convinzione che non fosse possibile accogliere il verbo messianico della rivoluzione russa, se si trascurava la dottrina sulla quale essa si fondava. Fu così che la «Società per lo studio del marxismo» divenne a poco a poco l’elemento preordinatore del partito comunista cinese. Nel 1919, o al più tardi nel 1920, anche Ch’en Tu-hsiu, il fondatore della “Gioventù Nuova”, che si era trasferito nel frattempo a Shanghai, aderì al marxismo-leninismo. A Shanghai si raccolse in breve tempo intorno a Ch’en un circolo di intellettuali rivoluzionari dei più diversi orientamenti, con i quali egli organizzò nel 1920 un gruppo giovanile socialista. Le tendenze socialiste cominciarono intanto a prevalere sempre più nettamente anche nel gruppo che faceva capo alla rivista “Gioventù Nuova”. In quello stesso anno, il Comintern inviò in Cina il suo primo rappresentante, Grigor Voitinsky, che aprì un ufficio a Shanghai, preoccupandosi anzitutto di raccogliere in un gruppo con indirizzo unitario gli elementi eterogenei della cerchia di Ch’en Tu-hsiu, per organizzarli sotto la guida del Comintern. In seguito cercò di trasformare questo circolo di giovani intellettuali, dalle idee diverse e spesso ancora confuse, in attivi e convinti comunisti; successivamente, gruppi analoghi si formarono a Pechino e a Canton. Intanto, Mao Tse-tung organizzava nella sua provincia natale di Hunan, un movimento rivoluzionario che si ispirava ai principi marxistici. Finalmente, nell’estate del 1921, dall’incontro di comunisti provenienti da diverse parti del paese sorse il partito comunista cinese. Le notizie e i dati che noi conosciamo sui membri del partito sono in parte discordi; i primi aderenti furono circa una dozzina e Mao Tse-ung era certamente fra essi. Ch’en Tu-hsiu divenne segretario generale del partito, e in quello stesso periodo studenti cinesi che si trovavano in vari paesi europei fondarono gruppi giovanili comunisti. Il movimento del 4 maggio, che ebbe anzitutto un carattere nazionale e culturale, fu quindi determinato, in certa misura, dalle teorie marxiste-leniniste; perciò non è lecito definirlo, come talora si è voluto, “una parte della rivoluzione proletaria mondiale”. La sua importanza consiste soprattutto nel fatto che esso riuscì ad abbattere definitivamente nel campo spirituale la “grande muraglia” che per lunghi secoli aveva isolato il pensiero cinese. La Cina cominciò a partecipare attivamente, col retaggio della sua cultura, alla vita degli altri paesi del mondo, e si dischiuse per la prima volta alle maggiori correnti spirituali dell’Occidente. Già il movimento del 4 maggio accolse le due grandi ideologie (liberalismo democratico e marxismo-leninismo) che in seguito avrebbero scisso la Cina e tutto il mondo in due campi diversi. Il movimento del 4 maggio segnò dunque una svolta decisiva, e l’importanza che gli viene oggi riconosciuta in Cina è pienamente giustificata dal punto di vista della storia universale” [Wolfgang Franke, La rivoluzione cinese] [(in) ‘I Propilei. Grande storia universale Mondadori. Volume decimo. Il Mondo di oggi’, Milano, 1969, a cura di Golo Mann e Alfred Heuss]