“Il punto centrale della questione non è quindi nel comportamento attuale di questa forza lavoro [lavoratori inoccupati], quanto invece nella sua disponibilità all’occupazione. Si tratta cioè di lavoratori che sono disponibili per l’ulteriore sviluppo capitalistico (37). Questo concetto in realtà non è affatto nuovo; esso è analogo al concetto di esercito industriale di riserva di Marx, un esercito di lavoratori di riserva disponibili per permettere lo sviluppo della produzione industriale. A dispetto dei grandi cambiamenti intervenuti nel comportamento del sistema capitalistico dall’epoca di Marx ad oggi, questo concetto a nostro parere ha una capacità interpretativa della realtà, almeno di quella italiana, che non è riscontrabile nella teoria tradizionale. Qui basta per ora ricordare che in Marx l’esercito industriale di riserva si riferisce a ciò che egli chiama la «grande industria», vale a dire la produzione per mezzo di macchine, che sono a loro volta prodotte da altre macchine. Il modo di produzione della grande industria si impone progressivamente all’interno di un sistema produttivo in cui esistono attività capitalistiche con sistemi di produzione meno efficienti (la cooperazione, la manifattura) e anche rapporti di produzione precapitalistici. Lo sviluppo della grande industria elimina progressivamente dal mercato i modi di produzione precapitalistici e quelli capitalistici meno efficienti, espellendo forza-lavoro da queste attività e rendendola disponibile per lo sviluppo della grande industria. In questo modo la grande industria sottomette progressivamente alla propria logica di sviluppo tutta la realtà sociale (38)” [Luca Meldolesi, Disoccupazione ed esercito industriale di riserva] [(in) ‘Sviluppo economico italiano e forza-lavoro’, Venezia, 1976, a cura di Paolo Leon e Marco Marocchi] [(37) Il fatto che questi lavoratori disoccupati siano disponibili per l’ulteriore sviluppo capitalistico non vuol dire naturalmente che essi vengano poi utilizzati realmente nel settore “moderno” del sistema economico (…); (38) Questo, come è noto, avviene in Marx con uno sviluppo ciclico che produce una forte oscillazione dell’occupazione. Ciò si ripercuote sull’ampiezza dell’esercito industriale di riserva che si allarga o si restringe, in relazione alle diverse fasi cicliche]