“Occorre sottolineare che al tempo di Darwin non vi era alcun dato paleontologico a favore dell’evoluzione dell’uomo. Il primo cranio dell’uomo fossile del tipo di Neanderthal era stato scoperto in Germania nel 1856, cioè 15 anni prima della pubblicazione dell”Origine dell’uomo’, ma era stato considerato dal grande patologo Virchow come un caso patologico, e solo in seguito se ne scoprì la grande importanza. Negli ultimi 50 anni la scoperta di fossili di individui umani e preumani si è andata arricchendo sempre di nuovi esemplari ed ha permesso i primi tentativi, per quanto esitanti, di ricostruzione esatta della genealogia umana (…). Quanto alla ricostruzione del processo concreto attraverso il quale da antenati scimmieschi (in realtà progenitori delle attuali scimmie) si è giunti all’uomo, ad essa si dedicano in tutto il mondo gli sforzi di molti paleontologi, archeologi, storici; ma siamo ancora nel campo delle teorie e delle ipotesi più o meno plausibili. Con ogni probabilità, un punto nodale di questo processo è stato il raggiungimento da parte degli antenati dell’uomo della stazione eretta e quindi della liberazione della mano. Il processo di liberazione della mano e quello della produzione degli strumenti si sono certamente aiutati vicendevolmente. Afferma F. Engels (nel capitolo “Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia” in ‘Dialettica della natura’, Edizione Rinascita, 1950, p. 206): «Il lavoro è la fonte di ogni ricchezza. Lo è, accanto alla natura, che offre al lavoro la materia greggia che esso trasforma in ricchezza. Ma il lavoro è infinitamente più di ciò. È la prima, fondamentale condizione di tutta la vita umana; e lo è invero a tal punto che noi possiamo dire in un certo senso: il lavoro ha creato lo stesso uomo»” (pag 25-26) [dalla prefazione di Franco Paparo a ‘L’origine dell’uomo’ di Charles Darwin, Editori Riuniti, Roma, 1983] [“E’ stato spesso affermato, in maniera dogmatica, che l’origine dell’uomo non potrà mai essere conosciuta: ma è spesso l’ignoranza più che la scienza a determinare convinzioni del genere: soltanto quelli che sanno poco, e non quelli che sanno molto, possono affermare perentoriamente che questo o quel problema non sarà mai risolto dalla scienza” (Darwin, introduzione) (pag 33)]