“Hegel (…) guardava all’attività del servo con l’ottica di chi è in grado di valutare l’elemento esplosivo contenuto nella socialità della produzione moderna, dove la frattura fra intelligenza e materialità del fare era stata superata, e la forza dirompente di autoemancipazione del lavoro poteva affermarsi attraverso la nuova «società civile» europea. La riduzione di un essere umano a «oggetto di proprietà», su cui sia la ‘Politica’ sia la ‘Fenomenologia’ si fermano, poteva aprirsi così a valutazioni opposte: per Aristotele determinava la distruzione dello schiavo come persona («oggetto di proprietà è uno strumento ordinato all’azione»; per Hegel fondava la possibilità della sua liberazione («avendo egli la sua indipendenza [attraverso il lavoro] nella cosalità» (1)). Questo contrasto interpretativo, che non avrei esitazione a definire drammatico, ha la profondità di un abisso: vi si rispecchia per intero, senza addolcimenti e senza false riduzioni, tutta la distanza fra antico e moderno. Alcuni decenni dopo la riflessione di Hegel, la medesima antitesi veniva riproposta da un altro punto di vista, non meno chiarificatore, in una pagina di Marx: «Nel lavoro degli schiavi persino la parte della giornata lavorativa, in cui lo schiavo non fa che reintegrare il valore dei propri mezzi di sussistenza, in cui dunque egli lavora in realtà per se stesso, appare come lavoro non retribuito. Tutto il suo lavoro appare come lavoro non retribuito. Nel lavoro salariato invece persino il pluslavoro, ossia il lavoro non retribuito, appare come lavoro retribuito. Là il rapporto di proprietà occulta il lavoro che lo schiavo compie per se stesso, qui il rapporto monetario occulta il lavoro che l’operaio salariato compie senza alcuna retribuzione». E si aggiunge in nota: «Il “Morning Star”, organo londinese dei liberoscambisti, ingenuo fino alla stupidità, durante la guerra civile americana tornava sempre ad assicurare, con tutta l’indignazione morale umanamente possibile, che i negri nei ‘confederate states’ lavoravano del tutto gratuitamente. Avrebbe dovuto compiacersi di confrontare i costi giornalieri di uno di questi negri con quelli p. es. del libero operaio dell’East End di Londra». Siamo nel primo libro del ‘Capitale’, nella sezione dedicata al salario. L’argomento è il rapporto fra lavoro e tempo: un punto cruciale nelle economie e nelle coscienze dei moderni” (pag 158-159) [Aldo Schiavone, La storia spezzata. Roma antica e Occidente moderno’, Einaudi, Torino, 2020] [(1) cosalità, l’essere cosa, qualità o consistenza di un oggetto … ndr]