“Nessun libro di divulgazione potrà sradicare la religione dalle masse abbrutite dalla galera capitalistica, soggette alle cieche forze devastatrici del capitalismo, fino a che queste masse non avranno imparato esse stesse a lottare in modo unitario, organizzato, pianificato e cosciente contro questa ‘radice’ della religione, contro il ‘potere del capitale’ in tutte le sue forme. Deriva da ciò che un libro di divulgazione scientifica antireligiosa sia nocivo o inutile? No. La conclusione che ne deriva è tutt’altra. E’ che la propaganda atea della socialdemocrazia deve essere ‘subordinata’ al suo compito fondamentale, ossia allo sviluppo della lotta di classe delle ‘masse’ sfruttate contro gli sfruttatori. Chi non ha riflettuto a fondo sui principi del materialismo dialettico, cioè della filosofia di Marx e di Engels, può non comprendere (o, quanto meno non comprendere di colpo) questa tesi. Ma come? Subordinare la propaganda ideale, la predicazione di certe idee, la lotta contro il millenario nemico della cultura e del progresso (ossia contro la religione) alla lotta di classe, cioè alla lotta per determinati fini pratici in campo economico e politico? Quest’obiezione rientra fra quelle mosse comunemente al marxismo e che attestano la totale incomprensione della dialettica marxista. La contraddizione che turba chi formula queste obiezioni è la viva contraddizione della vita reale, cioè una contraddizione dialettica, non verbale, né inventata. Separare con una barriera rigida e insormontabile la propaganda teorica dell’ateismo, cioè la distruzione delle credenze religiose in determinati strati del proletariato, dall’esito, dall’andamento e dalle condizioni della lotta di classe di questi strati significa ragionare in modo non dialettico; significa trasformare in una rigida barriera quella che è invece una barriera mobile e relativa; significa scindere con la violenza ciò che è inscindibilmente connesso nella realtà della vita. Facciamo un esempio. Il proletariato di una data regione e di un dato settore industriale si suddivide, poniamo, in uno strato progressivo di socialdemocratici abbastanza coscienti, che sono naturalmente atei, e in una massa di operai abbastanza arretrati, legati ancora alla campagna e ai contadini, che credono in dio, vanno in chiesa e sono persino soggetti all’influenza diretta del prete locale, il quale sta fondando, poniamo, un sindacato operaio cristiano. Supponiamo inoltre che la lotta economica sfoci, in questa località, in uno sciopero. Il marxista è tenuto a porre in primo piano il buon esito dello sciopero, deve reagire con energia alla divisione degli operai – durante questa lotta – in atei e cristiani, deve battersi con fermezza contro questa scissione. La propaganda atea può risultare in queste circostanze superflua e nociva, non per le considerazioni filistee del non spaventare gli strati arretrati, del perdere un mandato alle elezioni, ecc., ma sotto il profilo del progresso reale della lotta di classe, che, nella società capitalistica moderna, condurrà gli operai cristiani alla socialdemocrazia e all’ateismo cento volte meglio di quanto possa farlo la pura e semplice predicazione atea. In questa fase e in questa situazione il predicare dell’ateismo farebbe soltanto il ‘gioco’ del prete e di tutti i preti, i quali non desiderano altro che sostituire la divisione degli operai in base alla loro partecipazione allo sciopero con la loro scissione in base alla fede in dio. L’anarchico predicando la guerra contro dio ad ogni costo, aiuterebbe di fatto i preti e la borghesia (sempre, del resto, gli anarchici aiutano ‘di fatto’ la borghesia). Il marxista deve essere materialista, ossia nemico della religione, ma materialista dialettico, che pone cioè la causa della lotta contro la religione non su un piano astratto, non sul piano puramente teorico di una predizione sempre uguale a sé stessa, ma in concreto, sul piano della lotta di classe, che conduce ‘di fatto’ ed educa le masse più e meglio d’ogni altra cosa” [V.I. Lenin, ‘Il partito operaio verso la religione’, in Opere Complete, XV volume (marzo 1908-agosto 1909), Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2002] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:29 Gennaio 2016