“Il mondo moderno lascia insoddisfatti o, dove appare soddisfatto di se stesso, è volgare” (K. Marx, ‘Lineamenti fondamentali della critica dell’ economia politica’); “E come per la produzione materiale, così per quella intellettuale. I prodotti intellettuali delle singole nazioni divengono bene comune. L’unilateralità e la ristrettezza nazionali divengono sempre più impossibili, e dalle molte letterature nazionali e locali si forma una letteratura mondiale” (Marx, Engels, ‘Il manifesto del partito comunista’); “Le influenze del delinquente sullo sviluppo della forza produttiva possono essere indicate fin nei dettagli. Le serrature sarebbero mai giunte alla loro perfezione attuale se non vi fossero stati ladri? La fabbricazione delle banconote sarebbe mai giunta alla perfezione odierna se non vi fossero stati falsari? Il microscopio avrebbe mai trovato impiego nelle comuni sfere commerciali (vedi il Babbage) senza la frode nel commercio? La chimica pratica non deve forse altrettanto alla falsificazione delle merci e allo sforzo di scoprirla, quanto all’onesta sollecitudine per il progresso della produzione? Il delitto, con i mezzi sempre nuovi con cui dà l’assalto alla proprietà, chiama in vita sempre nuovi mezzi di difesa, e così esercita un’influenza altrettanto produttiva quanto quella degli scioperi (‘strikes’) sull’invenzione delle macchine. E abbandoniamo la sfera del delitto privato: senza delitti nazionali sarebbe mai sorto il mercato mondiale? O anche solo le nazioni?” (Marx, Teorie del plusvalore) [Karl Marx, ‘Antologia. Capitalismo, istruzioni per l’uso’, Milano, 2007, a cura di Enrico Donaggio e Peter Kammerer]