“Ma le difficoltà che Labriola incontra nell’elaborazione dell’«opuscolo» sulla «”genesi del manifesto comunista”», risiedono nella mancanza di «precedenti letterarii nazionali» a cui riferirsi, «siano pure erronei o sbagliati». Poi, come «colmare la lacuna di un secolo di storia? Come presentare ‘di scorcio’ fatti, persone, teorie, etc. che sono tante fasi, e tanti momenti né subiti né conosciuti dall’Italia?». Problemi che il professore risolve brillantemente nel corso delle lezioni universitarie dedicate alla «”genesi del socialismo moderno”». “Nel far lezione – scrive ad Engels – è tutt’altro. Ne dedico quest’anno (92-93) circa sessanta, (…), come le dissi, alla “genesi del socialismo moderno”. Nel parlare si ha subito la coscienza di quel che manca all’uditore. E poi c’è tempo di fare delle digressioni, di spiegare i nomi, le date storiche, i termini che si adoperano. Ora si parte dalle biografie, ora dalla definizione. Si aprono delle parentesi, si ripete il già detto, si amplia si corregge etc.” (131). Ma nessun individuo può colmare «una lacuna della storia» (132); pertanto non risultava agevole trattare in opuscolo «(- qui i libri non li legge nessuno -) quello, o parte di quello» che aveva «insegnato» (133), realizzare una trattazione che allo stesso tempo voleva essere rigorosa, accessibile e didatticamente efficace. Testi, in ogni caso, preparati nel corso delle lezioni universitarie, durante le quali tratta, come dicevamo, «il socialismo come materia di insegnamento in piena regola». ‘Già da anni – scrive a Richard Fischer il 22 aprile del 1894 – tento, qui all’Università, di trattare il socialismo come una materia di insegnamento in piena regola. Così, ad esempio, nell’anno accademico 1890-91 (…) ho esaminato il ‘Manifesto del partito comunista’ come introduzione alla concezione materialistica della storia’. Dall’ottobre 1892, continua nella lettera al Fischer, ‘ho stabilito un saldo piano di lavoro dal titolo “La genesi del socialismo moderno”. Tratterò ogni anno il tutto in modo rapido e descrittivo, e ne approfondirò una parte o un’altra attraverso lo studio dei documenti e l’analisi critica. Così, nell’anno accademico 1892-93 mi sono occupato della ‘rivoluzione francese’ e del ‘cartismo’, e quest’anno (1893-94) tratto principalmente dello sviluppo del marxismo e dell’Internazionale’. Non tutto quello che è stato trattato nelle lezioni può essere messo “in forma di libro”, Labriola ritiene opportuno tradurre in volume “alcune parti” e in primo luogo la «”genesi del manifesto comunista”». Ciò ha anche un risvolto concreto, la «situazione sociale complessiva dell’Italia – fatta astrazione dai fattori politici di disturbo o di antagonismo – è ancora al di sotto del livello, che nel ‘Manifesto’ è considerato come ‘presupposto’ storico». E’ necessario «ripercorrere, teoricamente e praticamente, tutto il processo dello sviluppo, perché non siamo ‘andati di pari passo’ con le altre nazioni» (134)” [Vincenzo Orsomarso, Da Labriola a Gramsci. Educazione e politica nel marxismo italiano, Roma, 2015] [(131) A. Labriola, Carteggio III, 1890-1895, p. 291; (132) Ibidem; (133) Ivi, p. 567; (134) Ivi, p. 395]
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- Articolo pubblicato:20 Ottobre 2015