“In tale contesto, anche l’analisi economica non poteva essere limitata al quadro nazionale, come quella contenuta nello ‘Sviluppo del capitalismo in Russia’, dove peraltro erano già presenti numerose indicazioni teoriche di portata più generale, ma doveva essere estesa ai problemi dell’agricoltura occidentale. Come aveva scritto Marx, rivolgendosi al lettore tedesco dal punto di vista dell’esperienza capitalistica inglese, “il paese più sviluppato non fa che mostrare a quello meno sviluppato l’immagine del suo avvenire” (28). Lo stesso poteva dire Lenin al suo lettore russo, tracciando i lineamenti dell’economia agraria dei paesi capitalisticamente più sviluppati. Con ciò egli lo avrebbe aiutato a individuare nel proprio paese i germi di rapporti sociali che altrove erano già in piena fioritura, ribadendo, in coincidenza con quanto Engels aveva già accennato a Danielson agli inizi degli anni ’90 (29), che l’ipotesi populista di una passaggio diretto dall’antica comunità rurale a forme socialiste (senza percorrere la fase capitalista), vent’anni prima non esclusa da Marx a determinate condizioni (30), era ormai del tutto inattuale e superata dagli eventi. La strada per adempiere a questo compito era stata pure agevolata dalla recente pubblicazione di un importante libro kautskyano, ‘La questione agraria’, che fu molto apprezzato da Lenin (31) e che egli continuerà ad apprezzare anche quando il suo autore sarà ormai definito da lui un “rinnegato” (32). Il compito non poteva però essere esaurito limitandosi alle argomentazioni teoriche generali con cui Lenin aveva precedentemente difeso Kautsky dall’attacco di Bulgakov (33). Esso imponeva invece nuove puntuali indagini, delle quali Lenin, nella parte centrale delle sue lezioni intorno alle concezioni marxiste sulla questione agraria, come indicano gli schemi relativi, divulgava già oralmente i primi risultati (34). I ‘Quaderni’ costituiscono, appunto, la testimonianza dell’ampiezza e del metodo con cui egli intraprese queste ricerche allo scopo di fondare la sua polemica marxista su una base oggettiva. Vi sono anzitutto, nei ‘Quaderni’, gli appunti del 1901, tratti dalla lettura di numerosi scritti sulle campagne dell’occidente. Gli appunti, che si riferiscono alle opere prese poi in considerazione in ‘La questione agraria e i “critici di Marx”‘, sono costituiti da uno stringato riassunto, accompagnato dall’indicazione puntuale delle pagine. Non si tratta però di un freddo compendio, bensì di una sintesi polemica, appassionata, tutta intessuta di considerazioni critiche. Se confrontiamo questi materiali con i capitoli corrispondenti dell’opera definitiva, vediamo costituirsi progressivamente i vari pezzi del mosaico di citazioni e di osservazioni che ne costituiscono le componenti. Le letture appaiono però assai più ampie della bibliografia effettivamente utilizzata in questo scritto. I ‘Quaderni’ stessi ce ne forniscono la spiegazione, mettendo in luce il criterio che presiedette alla scelta di Lenin e il processo di formazione del suo lavoro sui “critici di Marx”” [Giogrio Giorgetti, ‘I quaderni di Lenin sulla questione agraria’, ‘Critica marxista’, n. 5-6, settembre-dicembre 1971, pp. 254-279] [(in) Giorgio Giorgetti, ‘Capitalismo e agricoltura in Italia’, Roma, 1977] [(28) K. Marx, ‘Il capitale’, I, 1, Roma, Edizione Rinascita, 1951, p. 16; (29) Cfr. le lettere di Engels a Danielson del 15 marzo e del 18 giugno 1892, in K. Marx – F. Engels, ‘Werke’, cit., Bd. 38, pp. 303-306 e 363-368; (30) Cfr. la lettera di Marx a Vera Zasulic dell’8 marzo 1881, ibidem, Bd. 35, pp. 166-167; (31) Cfr. il primo giudizio di Lenin nel poscritto della prefazione alla prima edizione dello ‘Sviluppo del capitalismo in Russia’, in ‘Opere’, v. 3, pp. 5-7, e la recensione di Lenin sul ‘Nacalo’ dell’aprile 1899, in ‘Opere’, v. 4, pp. 95-101; (32) Lenin, ‘La rivoluzione proletaria e il rinnegaot Kautsky’, in ‘Opere’, v. 28, p. 316; (33) Lenin, ‘Il capitalismo nell’agricoltura’, in ‘Opere’, v. 4, pp. 107-160; (34) Lenin, Qa, pp. 20-21 e 28-29]