“Negli insegnamenti di Marx ed Engels, Plechanov trovò al tempo stesso una teoria scientifica e una strategia rivoluzionaria che contenevano la promessa di una liberazione della Russia dal dispotismo e dall’arretratezza e che gli sarebbero inoltre servite nella sua lotta sia contro i massimalisti impazienti, che dovevano essere disciplinati e frenati, sia contro gli anemici minimalisti, che avevano abbandonato la rivoluzione per le riforme” (…); “A sostegno della sua stringente ingiunzione contro un prematuro accesso al potere dei socialisti rivoluzionari nella Russia arretrata, Plechanov citava e faceva proprio il classico avvertimento di Engels nella ‘Guerra dei contadini in Germania’ del 1850 contro la “peggior cosa possibile” che possa accadere al capo di un partito radicale che presumesse di prendere il potere o fosse costretto a farlo “in un’epoca in cui il movimento non è ancora maturo per il dominio della classe che egli rappresenta e per la realizzazione delle misure che tale dominio implica”: prigioniero di un “insolubile dilemma”, per cui ciò che egli “può fare contraddice la sua precedente immagine pubblica e le sue azioni precedenti (‘Auftreten’), i suoi principi e gli interessi immediati del suo partito, e ciò che dovrebbe fare non può essere fatto, egli sarà irrimediabilmente perduto”. I socialisti rivoluzionari avrebbero potuto evitare quella “posizione scomoda” risolvendo, grazie al socialismo scientifico, “la più grande e la più rivoluzionaria teoria sociale del secolo XIX”, la loro difficile situazione. Con l’aiuto del socialismo scientifico essi avrebbero scoperto “le leggi dello sviluppo sociale” e la direzione in cui si muoveva la Russia e avrebbero potuto rendersi conto che il futuro offriva “prima di tutto” il trionfo della borghesia e del capitalismo, che doveva essere accettato “il male del presente nel nostro paese”, e l'”inizio” dell’emancipazione politica ed economica della classe operaia” (…)”; “Fu Plechanov, dunque, che introdusse nel programma del partito operaio socialdemocratico russo (Posdr), a differenza di tutti gli altri partiti socialdemocratici, un nuovo e, per sua stessa ammissione, “un po’ minaccioso” impegno alla dittatura del proletariato, da lui giudicata sinonimo di dominio proletario dotato di poteri repressivi illimitati” [Israel Getzler, ‘Georgij V. Plechanov: la dannazione dell’ortodossia’ (in) ‘Storia del marxismo’, Torino, 1979]
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- Articolo pubblicato:8 Giugno 2015