Come Bogdanov, l’attivista bolscevico [Lunacharskij o Lunačarskij] condivideva con gli empiriocriticisti la radicale critica del materialismo metafisico e affermava il carattere provvisorio della conoscenza umana, ma riteneva necessario diffondere il socialismo come una vera e propria religione antropologica. Nei due volumi ‘Religija i socializm’ [Religione e socialismo], pubblicati tra il 1908 e il 1911, Lunacharskij introduceva l’esposizione delle sue teorie (…). Dichiarava inoltre esplicitamente di voler approfondire le “reciproche relazioni tra religione e socialismo” e definire “il posto del socialismo fra gli altri sistemi religiosi”. Secondo Lunacharskij, “Marx, non era soltanto uno scienziato della società, ma anche un filosofo morale, addirittura un profeta, nella grande tradizione ebrea di Cristo e Spinoza, e il marxismo, se correttamente inteso, era una sintesi di scienza ed entusiasmo morale” (77). Secondo questa interpretazione, i bolscevichi, “marxisti volontaristi”, erano i veri seguaci di Marx; volontaristi, ma non del tutto consapevoli delle implicazioni filosofiche della propria posizione. La loro propaganda, essenzialmente scientifica, difficilmente poteva avere presa emotiva sia sull”intelligencija’ sia sui contadini. Essi invece avrebbero dovuto diffondere il marxismo come una vera e propria rivoluzione antropocentrica: una religione in cui Dio sarebbe stato costituito da un soggetto collettivo e la rivoluzione avrebbe rappresentato “il più grande e il più deciso atto nel processo di costruzione di Dio” (78). Qualche anno più tardi, ricordando il periodo prerivoluzionario, avrebbe affermato: “l’arte e la religione occupavano il centro della mia attenzione, ma non come esteta, bensì come marxista” (79). La “conversione al marxismo” (80), secondo quanto da lui stesso confessato, avrebbe avuto l’effetto di aumentare il suo interesse per la religione inducendolo a occuparsi “dell’ampiezza e del significato del vero problema della vita” (81). Tra i filosofi che ebbero maggiore influenza sul giovane Lunacharskij ci fu senza dubbio Joseph Dietzgen (1828-1888), definito da Marx “un filosofo proletario” e considerato un esempio di uomo comune che, attraverso la riflessione sulla propria esperienza, sul lavoro e sulla società, era giunto a sviluppare una concezione dialettico-materialistica del mondo di tipo marxista” (82). Anche Dietzgen naturalmente concepiva il socialismo in termini religiosi (…) (83)” [Paola Cioni, Un ateismo religioso. Il bolscevismo dalla Scuola di Capri allo stalinismo, Roma, 2012] [(77) S. Fitzpatrick, ‘Rivoluzione e cultura in Russia’, Roma, 1976, p. 23; (78) Ibid.; (79) A. Lunacharskij, ‘Vospominanija i vpecatlenia’ [Ricordi e impressioni], Moskva, 1968, p. 18; (80) Id., ‘Religija i socializm’, cit. p. 4; (81) Ivi, pp. 19-20; (82) Cfr. C. Read, Religion, Revolution and Russian Intelligentsia’, 1900-1912′, London, 1979, p. 78; (83) J. Dietzten, ‘Die Religion der Sozialdemokratie’, Berlin, 1981, p. 1]