“Tutti questi titoli non sono in realtà che una accumulazione di diritti, titoli giuridici, sulla produzione futura, e il loro valore monetario o valore-capitale non costituisce capitale, come ad es. nel caso del debito pubblico, oppure è determinato in modo completamente indipendente dal valore del capitale reale che essi rappresentano. In tutti i paesi a produzione capitalistica esiste una massa enorme di cosiddetto capitale produttivo d’interesse o di ‘moneyed capital’ sotto questa forma. E per accumulazione del capitale monetario si deve intendere in gran parte esclusivamente l’accumulazione di questi diritti sulla produzione, l’accumulazione del prezzo di mercato, del valore-capitale illusorio di questi diritti. Una parte del capitale bancario è dunque investita in questi cosiddetti titoli fruttiferi. Si tratta di una parte del capitale di riserva, che non interviene nelle effettive operazioni di banca. La parte più importante è costituita da cambiali, ossia da promesse di pagamento da parte di capitalisti industriali o di commercianti. Per chi dà denaro in prestito, queste cambiali rappresentano titoli fruttiferi; ossia al momento dell’acquisto viene detratto l’interesse per il tempo che manca alla loro scadenza. E’ questa l’operazione che si chiama sconto. (…) Con lo sviluppo del capitale produttivo d’interesse e del sistema produttivo ogni capitale sembra raddoppiarsi e in alcuni casi triplicarsi a causa dei diversi modi in cui lo stesso capitale o anche lo stesso titolo di credito appare in forme di verse in mani diverse. La maggior parte di questo “capitale monetario” è puramente fittizio. Ad eccezione del fondo di riserva, tutti i depositi non sono altro che crediti sul banchiere, che non si trovano però mai in deposito. In quanto essi servono alle transazioni di compensazione, hanno la funzione di capitale per i banchieri, dopo che questi li hanno dati in prestito. I banchieri si pagano reciprocamente i rispettivi assegni su depositi che non esistono mediante cancellazione reciproca di questi crediti” [Karl Marx, Il Capitale. Critica dell’economia politica. Libro terzo. Il processo complessivo della produzione capitalistica. II, a cura di Maria Luisa Boggeri, Roma, 1970]