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“L’ampliarsi della concezione materialistica, originariamente riferita al “mondo dell’uomo” storico-sociale, in una vasta e comprensiva cosmologia materialistica è strettamente collegato all’opera di Engels degli anni settanta. Egli stesso ha così esposto l’ipotesi di lavoro in base alla quale si orientava allora il suo pensiero: “Va da sé che in questa mia ricapitolazione della matematica e delle scienze naturali si trattava di convincere me stesso, anche nei particolari singoli – cosa della quale, su un piano generale, per me non c’era nessun dubbio – che nella natura sono operanti, nell’intrico degli innumerevoli cambiamenti, quelle stesse leggi dialettiche del movimento che anche nella storia dominano l’apparente accidentalità degli avvenimenti; quelle stesse leggi che, costituendo del pari il filo conduttore della storia dello sviluppo del pensiero umano, divengono gradualmente note agli uomini che pensano; leggi che per la prima volta furono sviluppate da Hegel in maniera comprensiva, ma in forma mistificata, e che è stato uno dei nostri intenti liberare da questa forma mistica e rendere chiaramente comprensibili in tutta la loro semplicità e universale validità (2)”” [Helmut Fleischer, Lenin e la filosofia, (in) ‘Annali Feltrinelli (1973), Milano, 1974] [(2) Friedrich Engels, Antidühring, Berlin, 1956-67, vol. 20, trad. it., Roma, 1950 p. 15]