“Dopo la sua scomparsa, gran parte degli originali di Marx venne custodita nell’archivio del Partito socialdemocratico tedesco di Berlino, ma fu trattata con la massima negligenza. I conflitti politici in seno al partito tedesco impedirono la pubblicazione dei rilevanti e voluminosi inediti di Marx e produssero anche la dispersione dei suoi manoscritti, così da compromettere, per lungo tempo, la possibilità di un’edizione completa delle sue opere. Nessuno, inoltre, si occupò di stilare un elenco del lascito intellettuale di Marx e i [Grundrisse] restarono sepolti assieme alle altre sue carte. L’unico brano dato alle stampe durante quel periodo fu l'[Introduzione]. Essa fu pubblicata nel 1903, sulla rivista “‘Die Neue Zeit’ [Il tempo nuovo]”, da Karl Kautsky, il quale nella breve nota che accompagnò il testo lo presentò come un “abbozzo frammentario” datato 23 agosto 1857. Kautsky sostenne che si trattava dell’introduzione dell’opera principale di Marx e, per questo motivo, le diede il titolo di ‘Introduzione a una critica dell’economia politica’. Egli aggiunse, inoltre che, “nonostante il suo carattere frammentario, anche il presente lavoro offre una grande quantità di nuovi punti di vista” (Karl Marx, Einleitung zu einer Kritik der politischen Ökonomie’, in “Die Neue Zeit”, XXI, 1903, 23, p. 710. L’affermazione di Karl Kautsky si trova all’interno della nota I.). Intorno ad esso, infatti, si manifestò un notevole interesse. Tradotto, inizialmente in francese (1903) e inglese (1904), prese a circolare rapidamente dopo che Kautsky l’ebbe pubblicato, nel 1907, in appendice a ‘Per la critica dell’economia politica’ e apparve anche in russo (1922), giapponese (1926), greco (1927), cinese (1930), fino a diventare poi uno degli scritti più commentati dell’intera produzione teorica di Marx. Nonostante la fortuna dell'[Introduzione], i [Grundrisse] rimasero ancora a lungo sconosciuti. E’ difficile credere che, insieme con l'[Introduzione], Kautsky non abbia ritrovato anche l’intero manoscritto. Egli, comunque, non vi fece mai riferimento e, quando poco dopo decise di pubblicare alcuni inediti di Marx, si concentrò solo su quelli del 1861-63, che diede alle stampe parzialmente, dal 1905 al 1910, con il titolo di [Teorie del plusvalore]. La scoperta “ufficiale” dei [Grundrisse] avvenne, invece, nel 1923 grazie a David Rjazanov, direttore dell’Istituto Marx-Engels di Mosca e promotore della ‘Marx-Engels-Gesamtausgabe’, l’edizione delle opere complete di Marx ed Engels. Dopo aver esaminato il ‘Nachlaß’ di Berlino, egli rese pubblica l’esistenza dei [Grundrisse] in una comunicazione sul lascito letterario di Marx ed Engels, tenuta all’Accademia socialista di Mosca: “ho ritrovato tra le carte di Marx altri otto quaderni di studi di economia. (…) Il manoscritto è databile alla metà degli anni Cinquanta e contiene la prima stesura dell’opera di Marx [Il Capitale], della quale, al tempo, egli non aveva ancora stabilito il titolo, e che rappresenta [anche] la prima elaborazione del suo scritto ‘Per la critica dell’economia politica’ (David Rjazanov, ‘Comunicazione sull’eredità letteraria di Marx ed Engels’, in Lucien Goldmann, Ideologia tedesca e le tesi su Feuerbach, Samonà e Savelli, Roma, 1969, p. 68). In quella stessa sede affermò inoltre: “in uno di questi quaderni (…) Kautsky ha trovato l”Introduzione’ a ‘Per la critica dell’economia politica’ e riconobbe al complesso dei manoscritti preparatori di ‘Il capitale’ “straordinario interesse per conoscere la storia dello sviluppo intellettuale di Marx, così come la peculiarità del suo metodo di lavoro e di ricerca” (Ibid.). Grazie all’accordo di collaborazione per la pubblicazione della ‘Marx-Engels-Gesamtausgabe’, stipulato tra l’Istituto Marx-Engels (IME), l’Istituto per la ricerca sociale di Francoforte e il Partito socialdemocratico tedesco, detentore del ‘Nachlaß’ di Marx ed Engels, i [Grundrisse] furono fotografati assieme a molti altri inediti e gli specialisti di Mosca cominciarono a studiarli su esemplari in copia. Tra il 1925 e il 1927, Pavel Veller, collaboratore dell’IME, catalogò tutti i manoscritti preparatori di ‘Il capitale’, il primo dei quali erano proprio i [Grundrisse]. Sino al 1931, essi furono completamente decifrati e dattilografati e nel 1933 ne fu dato alle stampe, in lingua russa, il [Capitolo sul denaro], cui fece seguito, due anni dopo, l’edizione tedesca. Nel 1936, infine, l’Istituto Marx-Engels-Lenin (IMEL), subentrato all’IME, riuscì ad acquisire sei degli otto quaderni dei [Grundrisse], circostanza che rese possibile la soluzione dei problemi editoriali ancora irrisolti (Cfr. Ernst Theodor Mohl, Germany, Austria and Switzerland, in Marcello Musto (ed.), ‘Karl Marx’s “Grundrisse”. Foundations of the Critique of Political Economy 150 Years Later, Routledge, London-New York, 2008, p. 189). Poco dopo, dunque, i [Grundrisse] poterono essere finalmente pubblicati: furono l’ultimo importante manoscritto di Marx, per giunta molto esteso e risalente a una delle fasi più feconde della sua elaborazione, a essere reso noto al pubblico. Essi apparvero a Mosca nel 1939, a cura di Veller, che ne scelse il titolo: ‘Grundrisse der Kritik der politischen Ökonomie (Rohentwurf) 1857-1858’. Due anni dopo, seguì la stampa di un’appendice [Ahnang], che comprese gli appunti di Marx del 1850-51 dai ‘Principi di economia politica e dell’imposta’ di David Ricardo, le note su [Bastiat e Carey], gli indici sul contenuto dei [Grundrisse] da lui stesso redatti e, infine, il materiale preparatorio [Urtext], a ‘Per la critica dell’economia politica’ del 1859. La prefazione al libro del 1939, siglata dall’IMEL, evidenziò decisamente il valore del testo: “il manoscritto del 1857-1858, pubblicato per la prima volta  ed integralmente in questo volume, costituisce una tappa decisiva dell’opera economica di Marx” (Marx-Engels-Lenin-Institut, ‘Vorwort’, in Karl Marx, ‘Grudnrisse der Kritik der politischen Ökonomie (Rohentwurf) 1857-1858’, Verlag für Fremdsprachige Literatur, Moskva, 1939, p.VII)” [Marcello Musto, Ripensare Marx e i marxismi. Studi e saggi, 2012]