“Hyndman conobbe e frequentò Marx nel 1880-81. La rottura fu provocata dalla versione che l’inglese offrì di alcune idee di Marx nel suo ‘England for All’. L’accusa di plagio fu ripetutamente portata e in particolar modo da Engels che rimase fino alla fine acerrimo nemico di Hyndman (3). Tale rivalità ebbe modo di spiegarsi negli anni successivi, un capitolo della tormentata storia londinese delle società socialiste che si proponevano di favorire il corso politico indipendente del movimento operaio. Marx giudicò Hyndman un intelletto fondamentalmente troppo debole “ben lontano da avere la pazienza, la prima condizione per imparare qualcosa, di studiare sistematicamente una questione”. La teoria del plusvalore risposta in due capitoli di quel libro gli appariva un’incoerente intrusione in un testo caratteristicamente vicino alla “tory democracy” di Disraeli, personaggio del resto che Hyndman ammirava vivamente (4). Engels si rifiutò di considerare Hyndman il padre fondatore (“founding father”) del socialismo inglese e batté altre strade; un suo “protetto” Edward Aveling, l’uomo di Eleanor Marx, tradusse in inglese il primo volume del ‘Capitale’ (5). Più tardi Hyndman che aveva già pubblicato alcuni estratti del primo volume, pensò di tradurre il secondo e il terzo volume del ‘Capitale’, ma non se ne fece nulla. I suoi lavori di una qualche pretesa teorica sono tutti ottocenteschi. In seguito egli non rinunciò certamente alla sua ammirazione per il pensiero di Marx; ancora nel 1915 scriveva de “Il prossimo trionfo del Socialismo marxista” (6). Nondimeno non vide questo trionfo nell’opera di Lenin che avversò duramente, mentre simpatizzava invece coi socialisti rivoluzionari russi. Del resto egli non fu mai un dottrinario e mai ritenne che le posizioni politiche dovessero essere soggette a un coerente vaglio teorico e ideologico. Il suo marxismo rimaneva così, come il suo anticlericalismo, una mera posizione di principio. (…) Hyndman fu dunque più un propagandista che non un ideologo e un pensatore. La sua esegesi del marxismo restò così alquanto elementare. Egli ripeteva il dictum di Marx sulle tre fondamentali componenti dell’esperienza teorica moderna  – la filosofia classica tedesca, il pensiero politico francese e l’economia politica inglese – ma si guardò bene dall’avventurarsi criticamente in questi campi. Meno che meno evidentemente nel primo: il problema della dialettica non sembra neppure averlo sfiorato” [Edoardo Grendi,’Un marxista eccentrico: Henry Mayers Hyndman’] [(in)  AA.VV., ‘Storia del marxismo contemporaneo’, ‘Dalla fondazione della Seconda Internazionale alla rivoluzione in Russia’; ‘Annali’, anno Quindicesimo, 1973, edizione 1974] [(3) Cfr. Henry M. Hyndman, The Record of an Adventurous Life, London, 1911, cap. XVI; (4) Henry M. Hyndman, The Record of an Adventurous Life, London, 1911, cap. XIV; (5) Cfr. Chushichi Tsuzuki, Eleanor Marx, Oxford, 1968; (6) ‘The Economic Review’, 1915, XIX]