“Secondo la giusta osservazione di Engels, l’induzione è una generalizzazione i cui risultati sono delle astrazioni formali, cioè delle classificazioni, delle sistemazioni provvisorie. “Per induzione si trovò cento anni fa che scorpioni e ragni erano insetti, e tutti gli animali inferiori vermi. Per induzione si è trovato adesso che ciò è assurdo, e che ci sono ‘x’ classi. In che consiste dunque il vantaggio del cosiddetto ragionamento induttivo, che può essere altrettanto falso del cosiddetto ragionamento deduttivo, la base del quale è la classificazione?… Caratteristico anche, per quel che riguarda il vigore di pensiero dei nostri scienziati, il fatto che Haeckel scende in campo fanaticamente in difesa dell’induzione proprio nel momento in cui i ‘risultati’ dell’induzione – le classificazioni – sono dappertutto rimessi in questione (il ‘limulus, un ragno; l”ascidia’ un vertebrato o ‘cordato’; i ‘dipnoi’, contrariamente alla originaria definizione degli anfibi, tuttavia pesci), e vengono ogni giorno scoperti nuovi fatti, che abbattono l”intera’ classificazione preesistente, basata sull’induzione. Quale bella conferma della proposizione di Hegel, che il ragionamento induttivo è essenzialmente un ragionamento problematico! Sì, perfino tutta la classificazione degli organismi è sottratta all’induzione dalla teoria dell’evoluzione e ricondotta alla ‘deduzione’, alla discendenza – una specie letteralmente ‘dedotta’ dall’altra per discendenza; è impossibile dimostrare la teoria dell’evoluzione per via puramente induttiva, poiché essa è assolutamente antinduttiva. I concetti con i quali lavora l’induzione: specie, genere, classe, sono stati fluidificati dalla teoria dell’evoluzione e son diventati con ciò ‘relativi’: ma con concetti relativi non c’è da indurre”. Ai ‘paninduzionisti’ Engels oppone che il metodo dell’induzione è tanto poco sicuro, che “i suoi risultati apparentemente più sicuri vengono ogni giorno rovesciati da nuove scoperte” (F. Engels, Dialettica della natura, 1967, pp.236, 237, 238) [Francesco Albèrgamo, La teoria dello sviluppo in Marx ed Engels, 1973]