“Nel biennio 1871-72 è rilevabile la presenza non trascurabile degli scritti marx-engelsiani (soprattutto engelsiani) sulla stampa democratico-socialista italiana. Prima di allora, come si è visto nel primo capitolo, erano state pubblicate solo varie versioni degli ‘Statuti provvisori’ e dell”Indirizzo inaugurale’, testi la cui diffusione e discussione, anche questo abbiamo visto, continuerà anche per tutti gli anni settanta durante la prevalenza della ‘antitesi anarchica’. Si tratta di scritti militanti dai quali non sono immediatamente rilevabili determinazioni teoriche. Interventi tesi a delimitare un territorio, a rendere chiari i termini dell’impostazione del Consiglio generale dell’Internazionale prima nei confronti della tradizione mazziniana, poi nei confronti dell’internazionalismo bakuniniano. Non stupisce che sia soprattutto Engels, nella sua qualità di delegato del Consiglio generale per l’Italia, ad essere protagonista di questa fase di pubblicazione di scritti e che sia Cafiero, nel periodo in cui si muove in sintonia con il Consiglio generale, ad indicare ad Engels bersagli, orizzonti su cui muoversi, ed a curare le possibilità della massima risonanza possibile nell’ambito democratico e socialista. Nel corso del biennio, tenendo conto dell’iterazione su giornali diversi di alcuni interventi, vengono pubblicati 44 scritti di Marx ed Engels, 30 nel 1871 e 14 nel 1872. Già nel 1873 escono solo 3 scritti, di cui uno nell’ambito del libro di Tullio Martello sull’Internazionale, poi più niente fino al 1877. I due scritti del 1872, ‘Dell’autorità’ e ‘L’indifferenza in materia politica’ elaborati poco dopo il Congresso dell’Aja, sebbene anch’essi militanti in quanto intervento diretto sulla situazione italiana in un momento in cui il movimento internazionalista della penisola era quasi completamente schierato con Bakunin, sono per certi aspetti diversi rispetto a quelli del biennio precedente. (…) Gli scritti del ’77 sono più il segno della ripresa di un contatto con l’Italia che un salto di qualità nella presenza intellettuale di Marx ed Engels nel paese. Nel ’79, invece, appaiono per la prima volta edizioni che comportano un confronto con i nodi teorici fondamentali della teorica marxiana, quelli del ‘Capitale’, la prima effettiva traduzione italiana di una parte importante del primo volume ed il “compendio” di Cafiero” [Paolo Favilli, Storia del marxismo italiano. Dalle origini alla grande guerra, 1996]