“Ciò che Lenin escludeva era una pacifica riconciliazione di tutte le grandi potenze; ed anche questo non in assoluto, ma solo riferito ad un lungo arco di tempo. Lenin non aveva affatto escluso l’ipotesi di un unico ‘trust’ mondale, nel caso che l’imperialismo dovesse ancora avere un periodo di vita molto lungo; al contrario: egli chiariva che tale ipotesi, in questo caso estremamente improbabile, sarebbe al di sopra di ogni dubbio (noi ci associamo al suo parere  di estrema improbabilità). Lenin così scriveva nel dicembre 1915: “Non c’è dubbio che lo sviluppo del capitalismo va ‘nella direzione’ di un ‘singolo trust’ mondiale che inghiottirà tutte le imprese e tutti gli stati, senza eccezione alcuna. Ma lo sviluppo in questa direzione avviene sotto una pressione tale, con un ritmo tale, con tali contraddizioni, conflitti e convulsioni – non solo economiche, ma anche politiche, nazionali, ecc. – che ‘prima’ che si giunga ad un unico ‘trust’ mondiale, prima che i capitali finanziari dei vari paesi abbiano formato un’unione mondiale “ultraimperialistica”, l’imperialismo dovrà inevitabilmente scoppiare, e il capitalismo si trasformerà nel suo opposto” (Lenin, ‘Prefazione’ all’opuscolo di Bucharin, Economia mondiale e imperialismo’, 1966, pp. 92-3)” [Ernest Mandel, Le contraddizioni dell’imperialismo] [in ‘Imperialismo e classe operaia multinazionale’, a cura di Luciano Ferrari Bravo, 1975]