“L’errore di Marx ed Engels, di previsione nei riguardi dei dati storici effettivi, nasceva, da un lato, dall’aver sottovalutato le potenzialità insite nel capitalismo, dell’altro dall’aver sovrastimato la maturità rivoluzionaria del proletariato. La rivoluzione del 1848 non divenne rivoluzione socialista come il ‘Manifesto’ aveva pronosticato, ma aprì alla Germania un varco per la futura ascesa capitalistica. La Comune di Parigi ha mostrato che il proletariato, privo di un partito rivoluzionario temprato alla sua testa, non è in grado di strappare il potere alla borghesia. Contemporaneamente, il periodo prolungato di prosperità capitalistica che seguì non contribuì alla formazione delle avanguardie rivoluzionarie, ma piuttosto alla degenerazione borghese delle aristocrazie operaie che divennero principale freno al processo rivoluzionario. Gli autori del ‘Manifesto’ non potevano prevedere questa “dialettica”. (…) In quanto erede della tradizione di cui il ‘Manifesto del Partito comunista’ costituisce il frutto pià prezioso, la Quarta internazionale forma nuovi quadri per raggiungere vecchi obiettivi. (…) Ad essa appartiene il futuro. Quando sarà celebrato il centenario del ‘Manifesto comunista’, la Quarta internazionale sarà diventata la forza propulsiva della rivoluzione in tutto il mondo” [Lev Trotsky, A novant’anni dal ‘Manifesto comunista’][Lev Trotsky, Programma di transizione. L’agonia mortale del capitalismo e i compiti della Quarta internazionale, 2008]