“Molti conoscono l’ironia di Marx sull’uomo comunista che “va a pesca al mattino, a caccia al pomeriggio e fa critica la sera, senza essere per tutto questo né pescatore, né cacciatore, né critico”. Ma spesso il senso teoretico di fondo di quell’ironia non è afferrato; comunemente è intesa nel mero significato di superamento della divisione del lavoro, ma è alquanto più di questo. (…). E’ la concreta espressione del superamento di uno stato di animalità che riduce gli esseri umani alla loro attività vitale irrigidita nell’ambito della divisione capitalistica del lavoro. Marx espresse la stessa idea in modo più elaborato nei ‘Grundrisse’: “La spinta incessante del capitale verso la forma generale della ricchezza trascina il lavoro oltre i limiti della sua miseria naturale, creando in questo modo le condizioni materiali per lo sviluppo della ricchezza individuale, che risiede per intera tanto nella sua produzione quanto nel suo consumo, e il cui lavoro perciò non appare più lungo come lavoro, ma come il completo sviluppo dell’attività stessa, in cui il bisogno naturale nella sua forma immediata è scomparso, perché una necessità generata storicamente ha preso il posto di quella naturale che c’era prima” (Karl Marx, Grundrisse, p. 325 (1857) (1973))” [Loren Goldner, L’avanguardia della regressione. Pensiero dialettico e parodie “postmoderne” nell’epoca del capitale fittizio, 2004]
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- Articolo pubblicato:27 Maggio 2013