“Fu solo nel 1777, in Francia, che per il fucile da fanteria fu adottata la curvatura del calcio come nelle armi da caccia, e così divenne possibile un efficace fuoco di fucileria. Un secondo perfezionamento di rilievo fu un affusto da cannone più leggero ma egualmente robusto, messo a punto da Gribeauval a metà del secolo XVIII, che rese possibile realizzare quella maggior mobilità che l’artiglieria ora richiedeva. Toccò alla Rivoluzione francese sfruttare questi due progressi tecnici sul campo di battaglia. Quando l’Europa coalizzata l’attaccò, essa mise a disposizione del governo la totalità della popolazione in condizione di portare le armi. Ma questa popolazione non aveva il tempo di esercitarsi sufficientemente nelle complesse manovre della tattica in linea, per poter opporre alla fanteria prussiana e austriaca, così abili, una formazione di battaglia analoga. La Francia mancava non solo delle foreste vergini americane, ma anche dell’estensione praticamente illimitata di territorio per una ritirata. Era necessario battere il nemico fra le frontiere e Parigi, quindi difendere un determinato terreno, e ciò non poteva verificarsi che con una battaglia aperta, di massa. Bisognava trovare, al di là della formazione di tiratori, un’altra formazione che permettesse alle masse francesi male addestrate di opporsi con qualche possibilità di successo agli eserciti permanenti europei. Si trovò nella colonna chiusa, già impiegata in certi casi, ma in generale solo nel corso di manovre. La colonna poteva essere mantenuta in ordine più facilmente che la linea; e anche se veniva a crearsi qualche sbandamento, essa, come gruppo compatto, continuava ad opporre resistenza, quantomeno passiva. Era più facile da manovrare, il comandante la teneva in mano meglio, ed era più mobile. La velocità di marcia saliva a 100 passi al minuto. Ma il risultato più importante fu questo: l’impiego della colonna come metodo di combattimento tipico delle masse, permise di scomporre il blocco unico e pesante dell’antico ordine di battaglia in linea in elementi isolati, dotati di una certa autonomia, che adattavano la loro formazione alle circorstanze e costituiti dalle tre armi contemporaneamente.” [F. Engels, Tattica della fanteria secondo le cause materiali] [in F. Engels, Teoria della violenza, 1973]
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- Articolo pubblicato:22 Marzo 2012