“La formulazione più celebre della concezione materialistica della storia è certo quella della Prefazione a ‘Per la critica dell’economia politica’, dove Marx scrive che “il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza”. Questo concetto, molte volte formulato, è ripreso in una nota del Libro I del ‘Capitale’, dove si afferma che la sola maniera scientifica di fare storia, ossia di veramente comprendere i fenomeni storici, è quella di metterli in rapporto preciso con la loro base economica. Leggiamo il brano di Marx: “Il ‘Darwin’ ha diretto l’interesse sulla storia della tecnologia naturale, cioè sulla formazione degli organi vegetali e animali come strumenti di produzione della vita delle piante e degli animali. Non merita uguale attenzione la storia della formazione degli organi produttivi dell’uomo sociale, base materiale di ogni organizzazione sociale particolare? E non sarebbe più facile da fare, poiché, come dice il ‘Vico’, la storia dell’umanità si distingue dalla storia naturale per il fatto che noi abbiamo fatto l’una e non abbiamo fatto l’altra? La tecnologia svela il comportamento attivo dell’uomo verso la natura, l’immediato processo di produzione della sua vita, e con essi anche l’immediato processo di produzione dei suoi rapporti sociali vitali e delle idee dell’intelletto che ne scaturiscono. Neppure una storia delle religioni, in qualsiasi modo eseguita, che faccia astrazione da questa base materiale, è critica. Di fatto è molto più facile trovare mediante l’analisi il nocciolo terreno delle nebulose religiose, che, viceversa, ‘dedurre’ dai rapporti reali di vita, che di volta in volta si presentano, le loro forme incielate. Quest’ultimo è l’unico metodo materialistico e quindi scientifico. I difetti del materialismo astrattamente modellato sulla scienze naturali, che esclude il ‘processo storico’, si vedono già nelle concezioni astratte e ideologiche dei suoi portavoce appena s’arrischiano al di là della loro specialità” [Karl Marx, Il Capitale, Libro I, vol.2, 1956, pp.72-73 nota] [in Francesco Valentini, Il pensiero politico contemporaneo, 1979]