“Per questo lo sviluppo del movimento operaio è stato sempre accompagnato in tutti i paesi da nuove edizioni e traduzioni del ‘Capitale’, e queste edizioni possono anche servire indirettamente a misurare il grado di maturità del movimento operaio. La prima traduzione in lingua straniera – altro segno dei tempi! – è pubblicata in Russia nel 1872, mentre nello stesso periodo, la traduzione francese è pubblicata a dispense dal 1872 al 1875. Su quest’ultima traduzione, riveduta e in gran parte redatta dallo stesso Marx, è condotta la prima traduzione italiana, pubblicata nel 1886 nella ‘Biblioteca dell’economista’ del Boccardo; nello stesso anno esce la traduzione inglese, che è però riveduta e controllata da Engels. L’Italia rimane così per lungo tempo in condizioni di inferiorità rispetto alla Francia e all’Inghilterra, che possono vantare traduzioni del ‘Capitale’ curate rispettivamente da Marx ed Engels. La prima traduzione italiana, anonima, è priva di un serio valore scientifico: condotta con media diligenza sul testo francese, vi è assente ogni preoccupazione di cogliere lo spirito dell’opera tradotta, che risulta quindi in gran parte perduto nella meccanica trasposizione da una lingua a un’altra (non senza ragione Marx aveva sentito il bisogno di intervenire nella scrupolosa, ma troppo letterale, traduzione francese del Roy “per renderla più accessibile al pubblico francese”). (…)” [Valentino Gerratana, La battaglia delle idee. Recensione a ‘Karl Marx, Il Capitale, libro I, traduzione di Delio Cantimori, Roma, Edizioni Rinascita, 1951 pag 352 L. 300, in Rinascita, n° 3, marzo 1951]