“Accanto a Bakunin, altre figure, di gran lunga minori certo, ma che erano pure degli elementi e simboli della nascente emigrazione russa, come Nikolaj Sazonov, l’amico di Herzen degli anni giovanili, quando insieme avevano creato a Mosca un gruppo sansimoniano, e che aveva poi partecipato alla vita dei ‘clubs’, dei giornali democratici e delle aspirazioni socialiste della Parigi quarantottesca (1), o come Ivan Golovin, anch’egli vicino a Herzen negli anni immediatamente antecedenti, e che si trovava ora accanto a lui a Nizza. Quando Herzen aveva dovuto rifugiarsi a Ginevra, Sazonov era stato, insieme a Edmund Chojecki, l’intermediario tra di lui e il gruppo dei prudhoniani francesi. Scriveva a lui e a Golovin lunghe lettere, nell’estate del 1849, descrivendogli la situazione sempre difficile della Francia e mettendolo minutamente al corrente degli sforzi che Proudhn – pur dal carcere – andava facendo per creare un nuovo giornale, «La Voix du Peuple». Herzen fornirà la base finanziaria per quest’impresa. Sazonov continuerà per qualche tempo a scrivere qua e là nella stampa parigina, nel “National”, nel “Temps”, nella “Liberté”, ma dovrà ben presto rifugiarsi anch’egli a Ginevra (2). Là Sazonov era entrato a contatto con i rifugiati italiani e particolarmente con Ludovico Frapolli. In una curiosa lettera scritta da Ginevra il 2 maggio 1850 a K. Marx gli diceva: «Un attento studio dell’ultima opera di Proudhon (‘Idée générale de la révolution au XIX siécle’) e la lettura dei suoi articoli nella “Voix du peuple” mi hanno indotto a fare ancora un passo nella vostra direzione… Sì amico mio, il progresso naturale, l’incoercibile forza della logica, l’amore della libertà e l’amore dell’ordine mi hanno convinto che un rivoluzionario serio può essere soltanto comunista. Penso che la società attuale ha dato tutto quello che poteva dare: il principio della libertà individuale, posto nella sua forma isolata ed esclusiva alla base dell’ordine sociale. Ogni allargamento perciò di questo principio sarebbe puramente illusorio e fantomatico. Penso che la civiltà europea progredisce soltanto nel campo dell’industria e che da tutti gli altri punti di vista va atrofizzandosi sempre più.. Vi farà piacere sapere che io aderisco per l’essenziale a quel che avete detto sul manifesto da voi pubblicato a Bruxelles [e cioà il ‘Manifesto dei comunisti’]». Gli parlava poi delle sue delusioni d’emigrato a Ginevra. «Mazzini, per il quale io inizialmente nutrivo grande fiducia si è trasformato in un uomo non soltanto arretrato ma retrogrado…». E concludeva: «Siamo in due, io e Frapolli». Quest’ultimo aveva scritto un libro appunto per dimostrare la fragilità del repubblicanesimo formale (…). Sazonov terminava citando ‘Dall’altra sponda’ di Herzen e proponendo a Marx di pubblicare una rivista (loro tre e qualche altro emigrato) «per creare una forza europea onde realizzare il comunismo e indicare i mezzi pratici per la sua instaurazione» (3)” (pag 76-77) [Franco Venturi, ‘Esuli russi in Piemonte dopo il ’48’, G. Einaudi, Torino, 1959] [(1) Su di lui vedi F. Venturi, ‘Il populismo russo’, Torino, 1952, vol. I, p. 63, nota 2, e le interessanti lettere ad Herzen ora pubblicate in ‘Literaturnoe nasledstvo’ (Eredità letteraria), tomo 62, ‘Gercen i Ogarëv’ (Herzen e Ogarëv), vol. II, pp. 522 sgg.; (2) Le lettere da Parigi di Sazonov sono state pubblicate da N.E. Zastenker, in ”Literaturnoe nasledstvo’, cit., tomo 62, pp. 522 sgg.; (3) D. Rjazanov, ‘Karl Marx i russkie ljudi sorkovich godov’ (Karl Marx e i russi degli anni ’40), Peterburg, 1918, pp. 31 sgg.]
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- Articolo pubblicato:22 Maggio 2025