“In ‘Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850’, [Marx] osserva che, dopo aver stabilito il corso forzoso dei biglietti di banca, «il governo provvisorio piegava sotto l’incubo di un crescente disavanzo. Invano andava mendicando sacrifici patriottici. Solo gli operai gli gettavano la loro elemosina. Si dovette ricorrere ad un mezzo eroico, all’introduzione di una ‘nuova imposta’. Ma su chi farla cadere? Sui lupi della Borsa, sui re della banca, sui creditori dello Stato, su chi viveva di rendita, sugli industriali? Non era il mezzo di cattivare alla repubblica la borghesia. Da una parte era un mettere a repentaglio il credito dello Stato e il credito commerciale, mentre dall’altra parte si cercava di mantenerlo con così grandi sacrifici e umiliazioni. Ma qualcuno doveva sborsare. Chi venne sacrificato al credito borghese? ‘Jacques le bonhomme’, il contadino» (65) Fu, così, aggiunta una addizionale di 45 centesimi per franco alle imposte già esistenti. I contadini dovettero, così, pagare le spese della rivoluzione di febbraio. «Da questo momento la repubblica fu per il contadino franese l’imposta dei 45 centesimi, e nel proletariato parigino egli vide lo scialacquatore che se la faceva bene a sue spese» (66). E così Marx conclude il suo ragionamento: «Mentre la rivoluzione del 1789 aveva esordito liberando i contadini dai gravami feudali, la rivoluzione del 1848, per non recare danno al capitale e tenere in carreggiata la sua macchina dello Stato, si annunciava alla popolazione rurale con una nuova imposta» (67). La conseguenza di tutto ciò non poteva che essere che, alla prima occasione, i contadini si sarebbero schierati contro gli operai parigini e avrebbero sostenuto quella forza politica che avesse mostrato di avere a cuore la difesa dei loro interessi. Perciò, il giorno dell’elezione di Luigi Napoleone a Presidente fu «il giorno dell’ ‘insurrezione dei contadini’». «La repubblica erasi annunciata a questa classe coll’ ‘esattore dell’imposte’; essa si annunciò alla repubblica coll’imperatore. Napoleone era l’unico uomo che avesse esaurientemente rappresentato gli interessi e la fantasia della nuovo classe di contadini sorta nel 1789. (…) Napoleone non era per i contadini una persona, ma un programma. (…) Dietro l’imperatore si nascondeva la guerra dei contadini. La repubblica contro la quale avevano votato era la ‘repubblica dei ricchi’» (68)” (pag 38-40) [[Adelina Bisignani, ‘Tocqueville e la democrazia in Europa’, CET – Centro editoriale toscano, Firenze, 2012] [(65) K. Marx, ‘Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850’, ed.it. a cura di G. Giorgetti, Editori Riuniti, Roma, 1962, pp. 124-125; (66) Ivi, p. 125; (67) Ibidem; (68) Ivi p. 169-170]
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- Articolo pubblicato:3 Aprile 2025