“A quanto sembra, prima del 1840 nessuno scrittore socialista aveva usato quest’espressione [‘rivoluzione industriale’, ndr] e il primo a servirsene è stato Engels, nel 1845, ne ‘La situazione della classe operaia in Inghilterra’, riferendosi alle trasformazioni davvero rivoluzionarie che questo paese aveva appena subito e allo sconvolgimento dei rapporti umani e sociali. «La storia della classe operaia in Inghilterra ha inizio nella seconda metà dello scorso secolo, con l’invenzione della macchina a vapore e delle macchine per la lavorazione del cotone. Queste invenzioni, com’è noto, diedero l’impulso ad una rivoluzione industriale, una rivoluzione che in pari tempo trasformò tutta la società borghese, e la cui importanza storica comincia solo ora a essere riconosciuta. L’Inghilterra è il terreno classico di questo rivolgimento, che fu tanto più grandioso quanto più procedette silenziosamente, e perciò l’Inghilterra è anche il paese classico per lo sviluppo del principale risultato di quel rivolgimento: il proletariato» (11). In questo lucido testo, Engels ricorda le due fondamentali manifestazioni della rivoluzione industriale: la macchina a vapore e lo sviluppo del proletariato industriale. In tal modo l’espressione “rivoluzione industriale” vi assume già il senso che conserverà poi per storici ed economisti. Un altro passo di Engels è illuminante circa il ruolo avuto dai paesi dell’Europa occidentale nelle diverse rivoluzioni del XVIII secolo e spiega meglio l’origine della nostra espressione e la sua formazione: «La rivoluzione industriale ha avuto per l’Inghilterra la stessa importanza che la rivoluzione politica per la Francia e quella filosofica per la Germania, e la distanza tra l’Inghilterra del 1760 e l’Inghilterra del 1844 è almeno pari a quella tra la Francia dell”Ancien Regime’ e la Francia della Rivoluzione di Luglio. Il frutto più importante di questo rivolgimento industriale è però il proletariato inglese» (12). Francia, Inghilterra e Germania, tutte hanno avuto la loro rivoluzione in campi diversi, ma il paese che più profondamente ne fu investito è certamente l’Inghilterra” (pag 14) [Claude Fohlen, ‘Che cos’è la rivoluzione industriale’, Feltrinelli, Milano, 1976] [(11) Friedrich Engels, ‘La situazione della classe operaia in Inghilterra’ (1845), Editori Riuniti, Roma, 1972, p. 43; (12) Friedrich Engels, ibid., p: 56]