“La storia – scriveva (…) Marx già nel 1845 (La Sacra Famiglia, 1954, pag. 100) – non fa niente, essa non ‘possiede ‘nessuna’ enorme ricchezza’, ‘non combatte ‘nessuna’ lotta’! E’ l”uomo’, invece, l’uomo reale e vivente colui che fa tutto, possiede e combatte tutto; non è affatto la ‘storia’ che si serve dell’uomo come mezzo per attuare i ‘suoi’ fini, come se essa fosse una persona a sè: essa ‘non è altro’ che l’attività dell’uomo che persegue i ‘suoi’ fini”. Soltanto così, considerando l’individuo nel contesto della storia e la storia come processo naturale e umano, si evita di ricadere in uno schema storico astratto sovrapposto al reale processo, che interrompe e altera l’oggettiva continuità della storia”. [Umberto Cerroni, Recensione di: G.V. Plekhanov, ‘La funzione della personalità nella storia’, Editori Riuniti, 1956] [Rinascita N° 12, Dicembre 1956]