“Tra Hobbes e Rousseau del ‘Contratto sociale’ da una lato e Engels dall’altro c’è peraltro una differenza, e una differenza decisiva. La differenza sta nell’espressione “in apparenza” che io ho sottolineato. Per Hobbes, per Rousseau, per tutti i teorici dello stato prima di Marx lo stato è concepito come un ente che sta al di sopra delle parti non in apparenza ma in realtà come un ente: a) che ha per fine un valore veramente comune, cioè desiderato da tutti i membri della società ugualmente e indistintamente, che è l’ordine (Hobbes); b) oppure che garantisce e protegge gl’interessi di tutti coloro che sono considerati a pieno diritto cittadini in quanto proprietari (Locke); c) oppure che esprime nella volontà generale l’interesse collettivo e supera continuamente in questa volontà del capo politico nel suo insieme gli interessi parziali delle fazioni (Rousseau); d) oppure che realizza attraverso la classe generale la volontà razionale del popolo considerato come un tutto organico (Hegel). Per Marx e Engels invece lo stato è al di sopra delle parti solo in apparenza. In realtà esso è l’espressione degli interessi della classe economicamente dominante e l’ordine che esso riesce a instaurare è l’ordine del più forte. Su questo punto Engels come Marx, non ha alcun dubbio: «Lo stato, poiché è nato dal bisogno di tenere a freno gli antagonismi di classe, ma contemporaneamente è nato in mezzo al conflitto di queste classi, ‘è per regola lo stato della classe più potente’, economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tener sottomessa e per sfruttare la classe oppressa». Se lo stato non è sempre esistito, se esso è un fenomeno storico, ed ha fatto la sua apparizione in un determinato momento dello sviluppo storico, se esso insomma non è una categoria eterna dello spirito umano, come poteva apparire nella filosofia politica precedente, si deve trarre rispetto alla sua storia un’altra conclusione: lo stato è destinato a durare sino a che dureranno le condizioni che gli hanno dato origine cioè la divisione del lavoro e la divisione delle società in classi antagonistiche” (pag 230-231) [Norberto Bobbio Michelangelo Bovero, ‘Società e stato da Hobbes a Marx. Corso di Filosofia della politica a.a: 1972-73’, Coop. Libraria Univ. Torinese ed., Torino, 1973]