“(…) Lo svolgimento della storia è determinato nel suo orientamento e nei suoi caratteri, in modo necessario, dalla forma di appropriazione in generale e in particolare dalla forma di appropriazione dei mezzi di produzione. Qualunque ulteriore verità che si possa e si debba trovare per eliminare parzialità e insufficienze non potrà mai negare che, posta la relazione necessaria tra storia e produzione, la forma di appropriazione, e in particolare quella dei mezzi produttivi sia ‘decisiva’ sulla storia. Credo sia necessario insistere sull’essenzialità per il marxismo della tesi di Marx sopra enunciata e delle «linee» di conseguenze che derivano dal suo più profondo contenuto di verità. Qui basterà ricordare oltre alle ‘Tesi su Feuerbach’ (che fondano la cosiddetta antropologia marxista) e alla famosa prefazione della ‘Critica dell’economia politica’ (che fonda il materialismo storico), un passo massimamente significativo del ‘Capitale’: «… l’intento finale di quest’opera appunto è di svelare la legge economica del moto della società moderna» (3). Se ben si riflette in questa frase c’è la più sintetica ma piena conferma della mia interpretazione (non ci si faccia arrestare dal fatto che Marx dice: «moderna» e non «di ogni tempo», perché per lui ogni fase storica compiuta contiene tutto il precedente). Ma, a parte la verifica filosofica, quello che importa affermare e sottolineare è che è impossibile rifiutare quella verità perché indubbiamente ogni operazione umana non esiste ‘senza’ segno o elemento sensibile, materiale, senza essere ‘fatto’ e quindi senza ‘produrre’ e quindi senza impiego di forza-lavoro e di natura sensibile. Qualunque sia la specifica diversità dell’elemento ‘formale, intrinseco’ del ‘fatto’ e la facoltà che determina tale diversità nell’operazione umana, rimane sempre vero che ogni operazione umana e realizzazione storica è inevitabilmente un ‘fatto’, un ‘prodotto’ (il quale pertanto soggiace alle leggi universali della produzione). Si vedranno dopo gli sviluppi e le precisazioni cui deve portare tale verità. Ora è necessario insistere sulla sua inconfutabilità; chi volesse provarsi a negarla, infatti, dovrebbe semplicemente cessare di pensare e infine di vivere, dato che non si pensa né si vive senza sia pure un minimo di erogazione di forza-lavoro, senza produzione sensibile” (pag 378-379) [Felice Balbo, ‘Per la rilevazione e la critica della scoperta essenziale di Marx’ (in) AaVv, ‘Studi in memoria di Gioele Solari dei discepoli’, Edizioni Ramella, Torino. 1954] [(3) Marx, ‘Il Capitale’, ‘Biblioteca dell’Economista’, Torino, Utet, 1886, p. 5 (è nella prefazione alla prima edizione del ‘Capitale’] [(3) Marx, ‘Il Capitale’, ‘Biblioteca dell’economista’, Torino, Utet, 1886, p. 5 (è nella prefazione della prima edizione del ‘Capitale’)]
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- Articolo pubblicato:25 Marzo 2025