“Si è detto altrove del sorgere e delle vicende dei partiti socialisti in America: ora, il 29 marzo 1900, i rappresentanti del Partito socialista del lavoro e i residui del Partito socialdemocratico d’America si incontrarono a New York e presero la decisione di presentare candidati alle elezioni presidenziali di quell’anno. Non riuscirono a mettere insieme che 96.878 voti, una cifra irrisoria: ma era un inizio. L’anno seguente i due gruppi si riunirono a Indianapolis e si unificarono, varando il Partito socialista d’America. Esso trovò immediatamente un ‘leader’ di statura nazionale in colui che era stato candidato alla presidenza nel 1900: Eugene V. Debs. Debs era un operaio (aveva cominciato come fuochista nelle ferrovie). Grazie al suo talento organizzativo, alla sua specchiata onestà, alle sue doti di oratore e trascinatore, era ben presto divenuto capo del Sindacato ferrovieri d’America cui egli (in polemica con le tesi del’AFL) dette un carattere unitario, rifiutandosi di dividere i vari gruppi specializzati di lavoratori delle ferrovie in altrettante organizzazioni. Dopo aver condotto alla vittoria i suoi aderenti in un grande sciopero del 1894, era stato coinvolto in quello della compagnia Pullman e condannato a sei mesi di carcere. Colà aveva avuto occasione di leggere le opere di Marx ed Engels ed era diventato socialista. Debs era tuttavia un moderato. Nelle elezioni del 1896 appoggiò Bryan convinto che occorresse schierare gli operai accanto ai contadini populisti ed alla sinistra democratica; nel programma socialista del 1901 fece includere rivendicazioni che a quel tempo parevano «sovversive» ma che erano sostanzialmente riformiste: il suffragio femminile, un sistema pensionistico per i vecchi, assicurazioni sociali contro la disoccupazione, le malattie e l’infortunio, aumento dei salari, riduzione dell’orario di lavoro, nazionalizzazione dei servizi pubblici. Programma riformista, sì: ma che poteva portare al sorgere in America di un grandioso movimento socialista e che di fronte all’atteggiamento egoista e cieco di gran parte della classe capitalista avrebbe anche potuto rapidamente radicalizzare le masse, con o senza Debs. Comunque, significativo fu il fatto che il ‘leader’ socialista venne ripresentato candidato alla presidenza nel 1904 e questa volta i suoi voti balzarono a quasi mezzo milione, mentre gli iscritti al partito salivano da 16.000 a 118.000; nelle elezioni presidenziali del 1912 i voti per Eugenio Debs (che nel 1908 erano rimasti stabili) salirono a quasi un milione. E si era – da dieci anni- in piena età progressista! Ma vi era di più. Tra le masse proletarie del Medio Ovest e dell’Ovest stavano facendosi strada gruppi i quali ritenevano insufficiente il socialismo di Debs; si trattava tendenzialmente di anarchico-sindacalisti, ispirati all’azione diretta. Furono essi che nel 1905 – in esplicita polemica con l’AFL – dettero vita all’ IWW – Industrial Workers of the World: il nome era un programma. I fondatori del nuovo organismo si ponevano non solo come sindacalisti rivoluzionari: ma si ricollegavano esplicitamente al movimento della sinistra operaia mondiale” (pag 504-505) [Raimondo Luraghi, ‘Gli Stati Unit’, Utet, Torino, 1974]
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- Articolo pubblicato:10 Marzo 2025